Ipotesi di un bonus per attrezzatura da cucina. Che andrebbe direttamente nelle tasche dei ristoratori. Ecco di quanto e come funzionerebbe. Visto che, per risollevare il settore che, a livello economico, è stato fortemente penalizzato dalla pandemia di Covid-19, si parla dell’introduzione di un bonus.

In particolare, a proporre il bonus è APPLiA Italia. Che è l’associazione di categoria che nel nostro Paese rappresenta e tutela gli interessi dei produttori di apparecchi domestici e professionali.

Nel dettaglio, al pari degli incentivi statali per l’acquisto di televisori e di decoder, l’associazione caldeggia l’introduzione di un bonus per attrezzatura da cucina.

Precisamente, un contributo alla rottamazione delle vecchie attrezzature. Per acquistarne di nuove.

Bonus per attrezzatura da cucina, direttamente nelle tasche dei ristoratori. Ecco di quanto e come funzionerebbe

Il bonus per attrezzatura da cucina, quindi, non andrebbe nelle tasche dei produttori. Di apparecchi domestici e professionali. Ma direttamente proprio ai ristoratori. Al fine di rilanciare un settore chiave che, tra l’altro, è pure un vanto per il made in Italy.

Potenzialmente, inoltre, sarebbero davvero tanti i beneficiari del bonus per attrezzatura da cucina. Se questo fosse davvero introdotto. Per esempio, interesserebbe ai bar, ai locali pubblici ed alle gelaterie. Ma anche, ha altresì sottolineato APPLiA Italia, ai ristoranti ed agli alberghi. A partire da quelli che, con i migliori chef, propongono la cucina esclusiva.

Perché introdurre per la ristorazione un contributo alla rottamazione delle vecchie attrezzature

In più, il bonus per attrezzatura da cucina non contribuirebbe solo ad agevolare l’uscita del settore della ristorazione dalla pandemia. Ma darebbe ulteriore slancio al comparto degli elettrodomestici. Un comparto che attualmente in Italia è in forte ripresa. Sia in termini di fatturato, sia per quel che riguarda l’export.

Non a caso, APPLiA Italia ricorda che la produzione nazionale annua di apparecchi domestici e professionali supera i 20 milioni di unità.

Con oltre 35.000 posti di lavoro diretti. Ed altri 100.000 posti di lavoro che, inoltre, si contano nell’indotto.