I genitori che hanno figli da 0 a 36 mesi che frequentano asilo nido possono godere di alcuni benefici. Ci riferiamo, in particolare, al c.d. bonus asilo nido. E alla detrazione IRPEF del 19% riconosciuta a fronte del pagamento delle rette per la frequenza dell’asilo stesso.

Il bonus è pagato direttamente dall’INPS, mentre la detrazione si recupera nella dichiarazione dei redditi.

Diciamo subito che le due agevolazioni non sono per nulla cumulabili. Quindi, se per la stessa spesa si è ottenuto il bonus non si potrà avere anche la detrazione 19%.

La cosa ha i suoi riflessi, pertanto, nella dichiarazione dei redditi del genitore che ha sostenuto la spesa.

Bonus nido e detrazione a confronto

Il bonus asilo nido, si sostanzia in un rimborso erogato, dietro apposita domanda, dall’INPS ai genitori che hanno pagato le rette per la frequenza dell’asilo (pubblico o privato) dei figli. Previsto per il 2023 ma anche per gli anni passati, quindi, anche per il 2022.

L’importo del beneficio dipende dall’ISEE minorenni del nucleo familiare.

La detrazione 19%, invece, si sostanzia in uno sgravio fiscale che il genitore (che ha pagato la retta) può far valere nella dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Modello Redditi Persone Fisiche). Se, ad esempio, le rette pagate nel 2022 ammontano a 400 euro, il genitore può avere nel suo 730/2023 (anno d’imposta 2022) una detrazione pari al 19% di 400 euro, ossia 76 euro.

Per la detrazione, è comunque, previsto un limite massimo di spesa su cui applicare lo sgravio fiscale. La soglia è fissata a 632 euro per ogni figlio. Questo significa che la detrazione massima per ciascun figlio è di 120,08 euro (il 19% di 632 euro).

Dalle spese sostenute a partire dal 2020, ai fini della detrazione 19%, è necessario che risultino pagate con strumenti tracciabili. Ovvero assegno, bonifico, carta di credito, ecc.

Detrazione spese asilo nido, l’indicazione in dichiarazione redditi

Per le spese sostenute nel 2022 per la frequenza dell’asilo nido dei figli, chi vuole godere della detrazione 19% nel Modello 730/2023 deve indicare la spesa stessa al rigo E8/E10 con il codice 33.

La detrazione va divisa tra i genitori sulla base dell’onere da ciascuno sostenuto. Se il documento di spesa è intestato al bambino, o ad uno solo dei coniugi, è comunque possibile annotare sullo stesso la percentuale di ripartizione.

Se la spesa riguarda più di un figlio, occorre compilare più righi da E8 a E10 riportando in ognuno di essi il codice 33 e la spesa sostenuta con riferimento a ciascun bambino.

In caso di Modello Redditi Persone Fisiche 2023, valgono le stesse regole. E la spesa si indica con il codice 33 ai righi da RP8 a RP13.

Bonus nido 2022, come comportarsi nel 730/2023

Il legislatore dice che se per la stessa spesa si è ottenuto il bonus nido 2022, tale spesa non può essere indicata nel 730 o Modello Redditi.

Pertanto, in conclusione, i genitori che nel 2022 hanno sostenuto spese per la frequenza di asilo nido dei figli e che per questa stessa spesa hanno anche avuto in bonus nido 2022 dall’INPS, non possono indicare tali spese nel 730/2023 (anno d’imposta 2022) o nel Modello Redditi Persone Fisiche 2023.

Ciò, in quanto, i due benefici per legge non sono cumulabili.

Stessa cosa sarà per il bonus nido 2023 e detrazione per spese sostenute nel 2023 per la frequenza dell’asilo dei figli. Qui, il problema si presenterà nel 2024 quando bisognerà presentare il Modello 730/2024 (anno d’imposta 2023).