La giunta Raggi rispolvera il bonus multe lanciato dall’amministrazione Marino e poi accantonato: un “premio produttività” in busta paga per i vigili che staccano più verbali. Vediamo come funzionerebbe.

In primis occorre premettere che la proposta nasce da un dato statistico che conferma un calo delle multe, passate dai 2 milioni e 538mila nel 2015 a un milione e 944mila nel 2016.

Con questa misura quindi non del tutta nuova si punta a risolvere due grandi problemi della capitale: traffico (dovuto anche alla sosta selvaggia e alle cattive abitudini di alcuni automobilisti) e assenteismo dei vigili urbani (famoso lo scandalo di Capodanno due anni fa).

Più multe faranno infatti e più i vigili guadagneranno e quindi si prevede che saranno più zelanti.

Manca l’approvazione ma da voci interne pare sia solo questione di tempo tanto che, per mettere i vigili nelle condizioni di fare il proprio lavoro, la Polizia Municipale ha ordinato 250 palmari.

Contraria Federconsumatori che vede nella manovra un tentativo di far ricadere sui cittadini le falle della pubblica amministrazione: l’iniziativa in effetti nasce anche per compensare quanto è stato decurtato sullo stipendio dei vigili urbani ed è anche facile intuire e prevedere che, con l’incentivo al bonus multe, gli agenti saranno meno flessibili a “chiudere un occhio” e quindi si rischierà un accanimento nell’applicazione del codice della strada che ricadrà in modo indiscriminato sulle spalle degli automobilisti. L’Associazione ha sottolineato che già la disparità di posizione tra chi multa e chi viene multato esiste visto e considerato che il verbale costituisce prova della trasgressione fino a querela di falso: in altre parole sta al cittadino far valere le proprie ragioni.

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