Via libera alla ripartenza dei matrimoni 2020 nel rispetto delle regole Covid. Ma la possibilità di usufruire del bonus matrimonio 2021 che darebbe diritto a recuperare il 25% delle spese per la cerimonia, potrebbe spingere i promessi sposi a rimandare nuovamente le nozze. Le imprese del settore temono il collasso dopo il lockdown.

Come accade spesso (vedi anche la conferma del bonus 110% per i lavori da luglio 2020) la critica e le perplessità non riguardano la natura del bonus, che anzi viene chiesto a più voci perché diverse sono le attività che ruotano intorno all’organizzazione di un matrimonio (ristoranti, fotografi, sarti per abiti da cerimonia, wedding planner, orafi, fiorai e molto altro).

Il problema nasce dall’annuncio del bonus che, ideato per sostenere un settore, di fatto finisce per congelarlo ulteriormente durante la finestra temporale che separa dal debutto ufficiale del bonus. Lo avevano detto le imprese edili in merito al bonus 110% per lavori da luglio e, ora, manifestano la stessa preoccupazione le filiere che lavorano nell’ambito dell’organizzazione dei matrimoni. Ebbene, nel caso dell’eco e sisma bonus potenziati la soluzione esiste perché non fa fede la data di inizio lavori ma quella di pagamento delle spese. Per il matrimonio però, trattandosi di un singolo evento, è più complesso e i rischi di questo paradosso sono più concreti.

Sposarsi con la mascherina nella fase 3 del Covid o attendere il bonus matrimonio 2021?

Da questa settimana i matrimoni riprendono. Sicuramente sono cerimonie uniche nella storia e le foto racconteranno di un periodo storico (speriamo) irripetibile. C’è chi, dopo aver rimandato le nozze a causa del Covid, non vuole più aspettare e chi, invece, attende di poter fare una cerimonia “normale”. A giocare un ruolo determinante nella scelta, però, potrebbe essere anche l’annuncio del bonus matrimonio 2021. Chi si sposa l’anno prossimo potrà recuperare il 25% della spesa.

Visto in quest’ottica il bonus matrimonio 2021 potrebbe essere interpretato come un incentivo a rimandare ancora? La ratio di non renderlo da subito disponibile probabilmente attiene alla copertura economica ma l’effetto che si rischia è proprio quello di penalizzare ulteriormente la filiera che si intende aiutare. Chi si sposerebbe da luglio a dicembre 2020 sapendo di perdere questa possibilità? Per questo alcuni imprenditori hanno messo in piedi un movimento chiamato Italian Wedding Industry. Nel gruppo Facebook sono riunite circa 5 mila voci. L’associazione ha scritto una lettera al governo chiedendo sostegno da subito: “rischiamo un crollo del fatturato dell’80 per cento a fine anno, che può arrivare al 100 per cento per alcune realtà. Stiamo parlando di una perdita totale superiore ai 24 miliardi nel 2020. Nel primo trimestre già siamo andati giù dell’85 per cento”.

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