Abbiamo parlato più volte e in maniera approfondita del Bonus Resto al Sud, per le regioni del meridione. Non tutti sanno dell’iniziativa gemella, il Bonus Resto Qui per Lazio, Marche e Umbria (attenzione, non per tutte le province ma solo per alcune aree che vedremo nel dettaglio più avanti).

Bonus Resto al Sud e Resto Qui: nel 2020 ancora più conveniente

Il contributo a fondo perduto è stato elevato dal 35 al 50%. Per chi porta a compimento il progetto, inoltre, pagando puntualmente le rate del finanziamento, è previsto un contributo a fondo perduto extra.

Vediamo gli importi massimi erogabili.

  • per le iniziative svolte in forma individuale:

– il finanziamento massimo passa da 50.000 a 60.000 euro (art. 245 bis);

  • per tutte le altre iniziative:

– il contributo a fondo perduto passa dal 35% al 50% delle spese ammissibili

– il finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le Pmi passa dal 65% al 50%

Il Bonus extra una tantum per le imprese finanziate con Resto Qui è stato confermato introducendo un ulteriore contributo a fondo perduto:

– 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;

– 10.000 euro per ogni socio, fino ad un massimo di 40.000 euro totali, per le società.

Chi può chiedere il Bonus Resto Qui: elenco Comuni Marche, Lazio e Umbria

Invitalia ha introdotto la misura gemella del Bonus Resto al Sud, “Bonus Resto Qui” per sostenere anche le popolazioni delle aree dell’Italia centrale colpite da duri terremoti nel biennio 2016-2017. La misura si rivolge a Umbria, Lazio e Marche. Sono in tutto 116 i Comuni interessati all’agevolazione. Di questi i 24 in cui la percentuale di edifici dichiarati inagibili ha superato la metà di quelli esistenti, non prevedono requisiti anagrafici per i beneficiari. Si tratta di Accumoli, Amatrice, Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Montegallo, Montemonaco, Caldarola, Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Colmurano, Fiastra, Gualdo, Montecavallo, Monte San Martino, Muccia, Pieve Torina, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Ussita, Valfornace, Visso, Norcia.

Come funziona il Bonus Resto Qui: requisiti e domanda

In tutti gli altri il bonus resto qui, come il trainante bonus resto al sud, viene riconosciuto fino al compimento dei 46 anni.

Oltre a rispettare questo requisito anagrafico, laddove previsto, i potenziali beneficiari dovranno:

  • avere residenza nel Lazio, Marche o Umbria, al momento della presentazione della domanda o essere disposti a trasferirla entro 60 giorni dalla comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria;
  • non risultare già beneficiari, nell’ultimo triennio, di misure a favore dell’autoimprenditorialità;
  • non essere titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento;
  • non sono già titolari di altra attività di impresa in esercizio;
  • (per i liberi professionisti) non essere stati titolari di partita IVA, nei dodici mesi precedenti alla presentazione della domanda, per lo svolgimento di un’attività simile a quella per cui stanno chiedendo le agevolazioni.

 

Oltre che alle nuove idee imprenditoriali, l’incentivo si rivolge al consolidamento e all’ottimizzazione di imprese già in essere, purché costituite dopo il 21 giugno 2017.

 

Le modalità di presentazione e valutazione della domanda per il Bonus Resto qui sono le stesse previste per il bonus resto al sud. Invitalia dispone di trenta giorni per rispondere. Da sapere che, dall’11 aprile 2020, anche per le imprese Resto al Sud con sede in Abruzzo e nei comuni del cratere sismico delle Marche, il finanziamento bancario potrà essere coperto in modo diretto dalla garanzia del Fondo per le PMI, senza che sia obbligatoriamente previsto l’intervento di un Confidi. Per i beneficiari questo si traduce in risparmio non indifferente di costi e di tempo. La copertura finanziaria totale è di 1.250 milioni di euro. E’ possibile presentare domanda fino ad esaurimento fondi.