Dal 23 febbraio 2021 il bonus Irpef (ex bonus Renzi) verrà riconosciuto anche ai percettori di Naspi, ovvero ai contribuenti che per cause non imputabili alla loro volontà hanno perso il lavoro e si trovano in uno stato di disoccupazione. L’agevolazione verrà erogata direttamente dall’Inps sotto forma di taglio del cuneo fiscale, per andare incontro alle fasce di reddito medio-basse, ma solo ai soggetti in possesso di determinati requisiti. Vediamo quali.

Bonus Irpef, le novità 2021: da febbraio anche ai percettori Naspi

Da martedì 23 febbraio, come accennato sopra, il bonus Irpef sarà riconosciuto dall’Inps anche ai percettori di Naspi, La “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego” erogata su domanda dell’interessato come indennità mensile di disoccupazione in relazione agli eventi di perdita del lavoro involontaria.

Tra questi soggetti, nello specifico, rientrano i lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione, compresi:

  • apprendisti;
  • soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative;
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Sono esclusi invece: dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, operai agricoli a tempo determinato e indeterminato, lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale (per i quali resta confermata la specifica normativa), lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato e lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità (qualora non optino per la Naspi).

Accredito Inps bonus Irpef 2021 direttamente sul conto corrente

Per far fronte all’emergenza Covid, nel 2021 l’Istituto di previdenza riconoscerà il bonus di 100 euro anche a chi, a seguito della crisi pandemica, ha perso il proprio impiego.

In questo caso l’accredito arriverà direttamente sul conto corrente del disoccupato e l’importo sarà pari a 100 euro ma decrescerà al crescere del reddito (anche se non inciderà ai fini del calcolo dello stesso).

Quando le prestazioni sono anticipate dal datore di lavoro, quest’ultimo potrà poi conguagliare quanto corrisposto con i contributi dovuti all’Inps in costanza di quel singolo rapporto subordinato/dipendente. In tale ipotesi, il sostituto di imposta è quindi il datore di lavoro, che dovrà riconoscere l’eventuale credito spettante. Al contrario, per le prestazioni il cui pagamento è effettuato direttamente all’assicurato (come la Naspi appunto), sarà l’Istituto che, in qualità di sostituto di imposta ed in applicazione della normativa in oggetto, riconoscerà l’eventuale bonus ai potenziali beneficiari e direttamente sul loro conto corrente. In tutti gli altri casi sarà invece il datore di lavoro ad erogare il bonus, direttamente in busta paga, al lavoratore.

Nel caso delle prestazioni a sostegno del reddito, sia quelle erogate in costanza di rapporto di lavoro sia quelle erogate a seguito di cessazione dello stesso, si precisa che per le indennità erogate dall’Istituto le detrazioni spettano in relazione ai giorni indennizzati, quindi, per l’ indennità di disoccupazione, con riferimento ai giorni di erogazione della prestazione.

Gli assicurati, se non sono in dei requisiti per il riconoscimento del beneficio, sono tenuti a darne comunicazione all’Inps, ovvero al sostituto di imposta, il quale potrà recuperare il credito eventualmente erogato dagli emolumenti successivi e, comunque, entro i termini di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno.

Bonus Irpef 2021: come funziona l’ex bonus Renzi

Il bonus Irpef, ex bonus Renzi, è stato introdotto dal decreto legge n. 66 del 24 aprile 2014 recante “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale”, che riconosce tale agevolazione ai titolari di reddito da lavoro dipendente e di taluni redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, la cui imposta lorda determinata su detti redditi sia di ammontare superiore alle detrazioni da lavoro spettanti.

Tale credito, che non concorre alla formazione del reddito, è stato poi ripartito tra le retribuzioni erogate successivamente alla data di entrata in vigore del decreto, il quale prevede che il credito sia riconosciuto, in via automatica, da parte dei sostituti di imposta, senza attendere la richiesta esplicita da parte dei potenziali beneficiari per l’anno 2014.

Requisiti soggettivi e limiti di reddito

Il bonus Irpef, erogato come credito a coloro che risultano essere in possesso di determinati “requisiti soggettivi” individuati dall’Inps, ovvero a coloro che percepiscono:

  • Redditi di lavoro dipendente;
  • Redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente appartenenti alle categorie dei compensi percepiti dai lavoratori soci delle cooperative e indennità e compensi percepiti a carico di terzi dai lavoratori dipendenti per incarichi svolti in relazione a tale qualità;
  • somme da chiunque corrisposte a titolo di borsa di studio o di assegno, premio o sussidio per fini di studio o addestramento professionale;
  • redditi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • remunerazioni dei sacerdoti;
  • prestazioni pensionistiche di cui al d.lgs. n. 124 del 1993 comunque erogate, compensi quelle per lavori socialmente utili in conformità a specifiche disposizioni normative.

A questi, però, si aggiungono i requisiti oggettivi legati ai limiti reddituali. Il contribuente, infatti, per avere diritto al credito, deve essere titolare, per l’anno d’imposta di riferimenti, di un reddito complessivo assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze non superiore a 40 mila euro. In particolare, i dipendenti pubblici e privati potranno godere del bonus Irpef 2021 in proporzione alla fascia di reddito di appartenenza, ovvero:

  • una cifra pari a 100 euro al mese per i redditi compresi tra 26.600 euro e 28.000 euro;
  • una cifra pari a 80 euro al mese per i redditi compresi tra 28.000 e 35.000 euro;
  • una somma decrescente da 80 euro fino a zero per i redditi compresi tra 35.000 e 40.000 euro.

Nel calcolo vanno esclusi il reddito derivante dall’abitazione principale e relative pertinenze, oltre ai premi di risultato soggetti all’imposta sostitutiva del 10%.

Devono essere sommati, invece, i redditi derivanti da immobili soggetti alla cedolare secca.

A chi non spetta il bonus Irpef 2021: gli esclusi

Secondo la normativa vigente, sono esclusi dalla fruizione del bonus Irpef Inps i titolari di redditi da pensione (all’art. 49, comma 2, lett.a) del T.U.I.R.) ed i titolari di redditi assimilati al lavoro dipendente diversi da quelli indicati all’art. 49 del T.U.I.R. comma 1 e comma 2 lett. b).

Inoltre, sono esclusi: i titolari di redditi professionali o di redditi prodotti da titolari di partita IVA in forma autonoma o d’impresa e i cosiddetti “incapienti”, ossia coloro che hanno un’imposta lorda, calcolata sui redditi da lavoro dipendente, inferiore o uguale alle detrazioni determinate per il medesimo reddito.