In questi giorni è stato firmato il decreto attuativo relativo al bonus internet a favore delle imprese per la digitalizzazione. Stiamo parlando del cosiddetto voucher internet di fase 2. Senza troppe sorprese, parte delle risorse messe a disposizione per questa misura sono quelle che inizialmente erano destinate al piano voucher dedicato alle famiglie con ISEE inferiore a 20 mila euro, avviato a novembre 2020 e concluso lo scorso novembre 2021. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus Internet, cos’è e a chi spetta

Il bonus internet di fase due, sostanzialmente, consiste in un contributo a favore delle imprese per garantire un incremento della velocità di connessione da 30 Mbit/s a oltre 1Gbit/s.

L’importo del contributo parte da un minimo di 300 euro e può arrivare fino a un massimo di 2.000 euro, e la durata del contratto può variare da 18 a 36 mesi.

Inoltre, nel caso di passaggio a connessioni a 1 Gbit/s, il valore del voucher potrà essere aumentato di ulteriori 500 euro.

Il Piano per le imprese, approvato dalla Commissione europea lo scorso 15 dicembre 2021, avrà durata fino ad esaurimento delle risorse stanziate, comunque non oltre 24 mesi dall’avvio dell’intervento da parte di Infratel.

Le risorse dirottate dal voucher di fase 1

Il 9 novembre 2021 si sono chiuse le prenotazioni per il bonus 500 euro computer, tablet e internet, ossia il cosiddetto voucher di fase 1 dedicato alle famiglie con ISEE inferiore a 20 mila euro. I voucher prenotati sono stati circa la metà di quelli disponibili. Queste risorse non utilizzate sono così state dirottate verso il bonus internet di fase 2, destinato alle imprese. In particolare, per i voucher alle imprese sono stati stanziati complessivamente 609 milioni di euro:

  • 516 milioni di euro già previsti per questa seconda fase;
  • 93 milioni non utilizzati per il piano voucher dedicato alle famiglie con ISEE inferiore a 20 mila euro.

“Il Piano voucher per le imprese, ha spiegato il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, è un provvedimento che sosterremo accompagnando l’attivazione anche con iniziative di comunicazione mirate a far conoscere a tutti i possibili beneficiari la nuova misura.

Non è ammissibile, come avvenuto nella precedente fase dedicata alle famiglie, che risorse stanziate non vengano utilizzate interamente per carenza di informazioni operative adeguate a far comprendere l’importanza dello strumento”.

 

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