Il decreto Aiuti quater è intervenuto sul superbonus e nulla ha previsto per gli altri bonus casa. Nemmeno la legge di bilancio 2023. Nel testo approvato dal governo non c’è traccia di qualche misure che interessi i bonus edilizi.

Diciamo che sono tranquilli fino alle spese del 2024 (legge di bilancio 2022):

  • bonus ristrutturazione
  • ecobonus ordinario
  • sismabonus ordinario
  • bonus mobili e grandi elettrodomestici
  • bonus verde.

Il superbonus è stato ritoccato nelle scadenze e nella percentuale di detrazione.

Il bonus facciate in scadenza

Il dimenticato resta, invece, il bonus facciate che è in scadenza con le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022.

Ci riferiamo alla detrazione IRPEF (da godere in 10 quote annuali di uguale importo) riconosciuta a fronte di lavori finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti. Deve trattarsi di immobili situati nelle zone A e B del comune, individuate dal decreto ministeriale n. 1444 del 1968, o in zone a queste assimilabili in base alla normativa regionale e ai regolamenti edilizi comunali.

In luogo della detrazione è possibile optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito.

In merito alla percentuale di sgravio fiscale, dipende dall’anno d’imposta a cui la spesa si riferisce. In dettaglio, il bonus facciate è del:

  • 90%, per spese sostenute nel 2020 e 2021
  • 60%, per spese sostenute nel 2022.

Non è previsto alcun limite massimo di onere su cui poter applicare la detrazione fiscale.

Senza proroga (quale alternativa)

Mentre gli altri bonus casa, come detto, attualmente sono in essere fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2024 (tranne il superbonus per il quale le scadenze sono un po’ diverse), il bonus facciate è stato oggetto di proroga con la legge di bilancio 2022 ma solo fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2022.

Questo, significa che se nessuna novità entrerà in manovra 2023 nella sua fase di esame parlamentare, il bonus facciate potrà ritenersi terminato alla fine di quest’anno.

Le speranze, dunque, ora sono su Camera e Senato che con qualche emendamento potrebbero inserire una eventuale proroga.

Se le cose resteranno come sono, quindi, per le spese sostenute nel 2023 sulla facciata dell’edificio bisognerà ripiegare su altri tipi di sgravi fiscali, come ad esempio il bonus ristrutturazione (sempreché si rispettino tutti i requisiti previsti per godere di questa tipologia di sgravio).

In questo caso, tuttavia, ci si dovrà accontentare di una percentuale di detrazione fiscale più bassa e pari al 50%. Inoltre, a differenza del bonus facciate, per il bonus ristrutturazione lo sgravio si applica su un limite massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (quindi, detrazione massima pari a 48.000 euro per immobile oggetto dei lavori).

Non cambiano le modalità di fruizione. Anche il bonus ristrutturazione, infatti, è da godere come detrazione in 10 quote annuali di pari importo, con possibilità di optare per sconto in fattura o cessione del credito.

Se poi i lavori portano ad un risparmio energetico, si potrà ripiegare, invece che sul bonus ristrutturazione, sull’ecobonus ordinario (qui, però gli adempimenti sono maggiori).