Ad oggi, la cessione del credito è bloccata. Non partono nuovi lavori edilizi e in alcuni casi, è molto difficile portare avanti quelli già avviati. Il problema sta nella circolazione dei crediti, le banche a cui è attribuibile il ruolo più importante nel meccanismo di sconto in fattura e cessione del credito, sono in forte difficoltà.

Infatti, una volta raggiunta la loro massima capienza, le banche non sanno più come smaltire i crediti in loro possesso. Ecco perché non accettano più nuove pratiche di cessione.

La platea dei soggetti in favore dei quali la banca può cedere i crediti è troppo limitata e riguarda solo i clienti business.

Proprio su tale ultimo aspetto, interviene un emendamento approvato in sede di conversione in legge del D.L 50/2022, c.d. decreto Aiuti, con un’importante novità.

Ecco di cosa si tratta.

La cessione del credito. Le regole attuali

Considerando l’attuale testo dell’art.121 del D.L. 34/2020, decreto Rilancio, la cessione dei credito soggiace alle seguenti regole. Regole che interessano anche le banche e gli altri intermediari finanziari.

In particolare:

  • la prima cessione, anche da sconto in fattura, può essere effettuata nei confronti di qualsiasi soggetto anche privato;
  • la 2° e la 3° solo nei confronti di banche, altri intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario iscritti nei rispettivi albi tenuti dalla Banca d’Italia (articolo 106 e articolo 64, Dlgs n. 385/1993) o imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia (soggetti qualificati);
  • le banche e le società appartenenti ad un gruppo bancario possono cedere il credito direttamente ai correntisti che siano clienti business, senza la necessità che sia previamente esaurito il numero di cessioni a favore dei soggetti “qualificati”.

Ad esempio, rientrano tra i clienti business:

  • gli organismi di investimento collettivo e società di gestione di tali organismi;
  • i negoziatori per conto proprio di merci e strumenti derivati su merci;
  • le imprese di investimento.

Anche le imprese di grandi dimensioni sono considerate clienti business.

Sono considerate di grandi dimensioni le imprese che rispettano almeno due dei seguenti requisiti: totale di bilancio: 20 000 000 EUR, fatturato netto: 40 000 000 EUR, fondi propri: 2 000 000 Euro.

Ad ogni modo, i correntisti che prendono il credito non hanno possibilità di ulteriore cessione.

La novità nel decreto Aiuti

Con un emendamento approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera in sede di conversione in legge del D.L 50/2022, c.d. decreto Aiuti, viene previsto che:

  • le banche e le società appartenenti a gruppi bancari,
  • potranno cedere sempre i crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi, a soggetti non rientranti nella definizione di consumatori o utenti “retail”, che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la stessa banca cedente ovvero la banca capogruppo.

Dunque, nei fatti, la cessione del credito potrà essere fatta anche nei confronti delle imprese di medie o piccole dimensioni. La cessione dovrebbe essere ammessa anche nei confronti di imprese individuali e professionisti.

Il divieto di cessione opera soltanto nei confronti dei consumatori finali.

Noi di Investire Oggi, avevamo già anticipato qualcosa in merito nel nostro articolo Cessione crediti. Ecco le due soluzioni che faranno ripartire il 110, pratiche sbloccabili.

Si tratta di una novità che potrebbe dare una forte spinta al mercato della cessione dei crediti edilizi.