Lo Stato va in soccorso anche dei lavoratori autonomi. Il decreto Cura Italia, che ha una dotazione di 25 miliardi di euro, prevede l’erogazione di un contributo una tantum per il mese di marzo pari a 600 euro per il blocco delle attività in conseguenza dello stato di quarantena decretato dal governo.

Per il ristoro si farà affidamento a un fondo da 300 milioni creato appositamente per alcune categorie di lavoratori, titolari di partita iva che a causa dell’epidemia di coronavirus hanno dovuto interrompere l’attività.

 A ciò si aggiunge il blocco dei mutui e dei leasing fino al 30 settembre 2020 per le piccole e medie imprese e un credito d’imposta in misura pari al 60 per cento del canone di locazione del mese di marzo 2020 se l’immobile è di categoria catastale C/1 ed è utilizzato per l’attività d’impresa.

Chi sono i beneficiari

L’indennità di 600 euro per il mese di marzo 2020 è riservata ai titolari di partita iva iscritti alla gestione separata Inps, agli autonomi iscritti alle gestioni artigiani e commercianti, ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti balneari, nonché agli operai del settore agricolo e ai titolari di rapporti di co.co.co iscritti alla gestione separata dell’Inps. L’assegno verrà erogato dall’Inps come misura a sostegno del reddito per queste categorie di lavoratori autonomi attingendo da un fondo apposito da 300 milioni di euro fino ad esaurimento. Non è ancora chiaro come sarà ripartito fra i diversi lavoratori, ma è ragionevole presupporre che se le richieste saranno superiori alla dotazione si possa andare a riparto, salvo possibilità che tale fondo venga incrementato. Presto un decreto del Ministero del Lavoro darà attuazione alle misure operative dello strumento.

Soggetti esclusi

Non potranno beneficiare della misura a sostegno del reddito pari a 600 euro le attività che sono state identificate come essenziali nel DPCM del 11 marzo scorso, quali, fra le altre, le farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari di prima necessità, edicole, ecc.

Per poter usufruire delle agevolazioni pubbliche, inoltre, i lavoratori autonomi e gli altri soggetti indicati sopranon devono essere titolari di pensione o essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Da tale indennità sono esclusi i liberi professionisti iscritti nelle apposite case di previdenza private diverse dall’Inps.

Come accedere al bonus di 600 euro

Posto che bisognerà attendere le disposizioni del Ministero del Lavoro, sarà l’Inps a regolamentare la concessione del bonus a domanda del beneficiario di partita iva. Con apposito messaggio saranno fornite le istruzioni per presentare domanda online direttamente tramite il portale web. L’Inps verificherà quindi se il lavoratore è iscritto alla relativa gestione previdenziale, se è in regola con i versamenti, se la tipologia di attività svolta rientra fra quella per cui spetta l’indennità e poi procederà alla liquidazione del bonus da 600 euro. Essendo stanziato un limite di spesa per ogni categoria, è presumibile che nel caso in cui le domande superino gli importi previsti l’indennità verrà ridotta in proporzione.