Se l’abito non fa il monaco, l’abito non fa nemmeno il cuoco. Abbiamo appena espresso un aforisma dello chef Alessandro Borghese. Ma se il cuoco è professionista fa bonus chef.

E questo aforisma, invece, è nostro.

Un beneficio, riconosciuto nella forma del credito d’imposta, dalla Legge di bilancio 2021 e pensato dal nostro legislatore per dare supporto al settore della ristorazione fortemente danneggiato dalle misure restrittive che furono adottate per fronteggiare la pandemia COVID-19.

Un contributo, però, che non possono avere tutti gli chef ma solo chi rispetta determinate condizioni.

Un contributo, dunque, che non è automatico. Chi vuole averlo deve fare domanda. Una richiesta che cade tra le scadenze fiscali aprile 2023.

Per quali spese e per chi è il bonus chef

Il bonus chef è un credito d’imposta riconosciuto a fronte di spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 da cuochi professionisti per:

  • acquisto di macchinari di classe energetica elevata destinati alla conservazione, lavorazione, trasformazione e cottura dei prodotti alimentari;
  • acquisto di strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione;
  • partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

Possono chiederlo i cuochi, residenti in Italia o stabiliti in Italia, che rientrano in uno dei seguenti casi:

  • essere stati alle dipendenze, di alberghi e ristoranti, con regolare contratto di lavoro subordinato attivo in tutto o parte del periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, oppure
  • essere stati titolari di partiva IVA, per attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti, in tutto o parte del periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022.

Importo e domanda

Il beneficio è pari al 40% delle spese sostenute, e non può essere superiore a 6.000 euro. La spesa deve essere stata pagata con strumento tracciabile.

La domanda per il bonus chef si fa tramite la piattaforma web gestita da Invitalia e scade (salvo proroghe) alle ore 15:00 del 3 aprile 2023. Per accedere è necessario autenticarsi con credenziali SPID, oppure Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Una volta presentata la richiesta occorrerà poi aspettare l’elenco degli ammessi che sarà pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione. L’Agenzia Entrate dovrà definire il codice tributo da poter indicare nel Modello F24.

È possibile chiedere informazioni e chiarimenti scrivendo un’e-mail direttamente al Ministero all’indirizzo [email protected]