Sulla cessione crediti, Poste Italiane alza il muro. Con la riapertura della piattaforma, dal 7 marzo 2022, l’istituto, infatti, ha fatto sapere che

valuterà l’acquisto di crediti d’imposta unicamente da quei soggetti che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri (c.d. prime cessioni).

Cosa significa questo?

Stop a seconde cessione crediti

Poste non intende acquisire più i crediti derivanti dall’impresa che ha eseguito i lavori o da terzi che siano diversi da chi abbia sostenuto la spesa degli interventi edilizi da cui deriva il credito stesso.

Esempio

Il sig. Rossi esegue lavori sostenendo una spesa di 15.000 euro. Il bonus casa cui ha diritto è quello di ristrutturazione (detrazione IRPEF del 50%). Quindi, un beneficio fiscale di 7.500 euro. Il sig. Rossi vuole la cessione del credito. Questi ha due possibilità:

cessione credito direttamente a Poste (dal 7 marzo Poste valuta solo questo tipo di cessione)

oppure cessione credito all’impresa che ha fatto i lavori o a soggetti terzi diversi da Poste (in questa ipotesi, Poste non accetterà poi l’ulteriore cessione proveniente dall’impresa o dai terzi soggetti).

In altri termini, al momento, Poste non acquista nessun credito d’imposta che sia stato oggetto di precedente trasferimento, inclusi i crediti d’imposta maturati a seguito di sconto in fattura. Il campo, dunque, si ristringe notevolmente.

Ad ogni modo, l’istituto precisa che per le richieste di cessione crediti ricevute fino al 1° febbraio 2022 restano soggette a istruttoria ai sensi del processo all’epoca applicabile.

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