A quasi due mesi dal decreto Rilancio non riesce ancora a debuttare ufficialmente, con regole chiare, il bonus bici. Annunciato e confermato tanto che in molti hanno già acquistato bici e monopattini sapendo di poter recuperare la spesa (chiarito infatti che il bonus bici varrà anche per gli acquisti già fatti a maggio e giugno). Nel frattempo però le regole cambiano e sono in continua evoluzione. La questione verte sulla documentazione necessaria, ovvero sull’obbligo di scontrino parlante.

Se i requisiti cambiano chi ha già comprato la bici rischia di perdere il bonus?

A livello burocratico l’intoppo si è palesato nel momento in cui come presupposto del riconoscimento del bonus è stato chiesto di caricare la fattura nell’app.

E chi non disponeva di fattura? Gli ultimi giorni sono stati dedicati al rendere il meno rigida possibile la procedura. Dalla fattura si è passati allo scontrino parlante. Resta comunque da considerare che gli acquisti fatti potrebbero essere documentati da un semplice scontrino. Come colmare il gap probatorio? Ad oggi l’ipotesi più accreditata è quella di un’autocertificazione. In pratica chi dispone di uno scontrino semplice senza altre prove, dovrebbe assumersi la responsabilità di dichiarare che la spesa è stata fatta per una bici, un monopattino o altro mezzo agevolabile con il nuovo bonus. Su questa linea si pone il ministro De Micheli che ha subordinato l’ok solo a condizione che ne possano trarre beneficio tutti, anche coloro che in buona fede hanno fatto acquisti con scontrino semplice. Posizione che, però, si scontra con l’esigenza di contenere la platea di beneficiari visto che la copertura economica non è illimitata. In questo scenario è spuntata l’ipotesi di concedere il bonus bici in ordine cronologico.