Presentati due interessanti emendamenti al decreto Crescita. Il pacchetto famiglia potrebbe includere l’aumento del bonus bebè da 80 a 110 euro e la detrazione su latte in polvere e pannolini. Analizziamo più da vicino le due novità.

In attesa del decreto annunciato dal ministro Luigi Di Maio, il governo interviene già in materia di famiglia con due proposte.

Ad annunciare le proposte è il leghista Lorenzo Fontana, ministro per la Famiglia e le Disabilità, che ha presentato due emendamenti in materia. Doppia la direttrice di intervento.

Da una parte si prevede l’ampliamento del cosiddetto Bonus bebè e dall’altra arrivano detrazioni fiscali per l’acquisto di pannolini e latte in polvere.

Importo bonus bebè: chi avrà diritto all’aumento

L’emendamento a firma di Fontana prevede prima di tutto l’aumento da 25 a 35 mila euro annui il valore dell’Isee per l’accesso al beneficio “in modo da comprendere la pressoché complessiva platea dei nuclei familiari potenzialmente interessati al beneficio”, come si può leggere nella relazione al testo. Si prevede poi anche di aumentare l’imposto base da 960 a 1.320 euro, mantenendo la maggiorazione del 20% per il secondo figlio. Per i nuclei sotto i 7 mila euro annui di Isee, invece, l’assegno resterebbe a 1.920 annui.

In altre parole, l’importo mensile del bonus bebè passerebbe da 80 a 110 euro mensili, incrementati a 132 euro nel caso dei figli successivi al primo; per gli Isee compresi tra 7 e 35 mila euro resterebbe a 160.

Resterebbe di competenza dell’Inps la verifica delle spese per scongiurare lo sforamento del tetto fissato a 255 milioni di euro per quest’anno, 555 milioni il 2020 e 300 milioni per il 2021. Le risorse da destinare all’aumento dell’importo del bonus bebè in pratica arriverebbero dai soldi avanzati dal reddito di cittadinanza, visto che la platea dei richiedenti è stata inferiore a quella inizialmente stimata.

Bonus latte in polvere e pannolini: chi ne ha diritto

Dalla stessa copertura si attingerebbe anche per il bonus latte e pannolini.

Si tratta in pratica di una detrazione del 19 per cento delle spese “entro un importo massimo complessivo non superiore a 1.800 euro annui per ciascun minore fiscalmente a carico”. E’ anche previsto un meccanismo per riconoscere un credito d’imposta corrispondente alla metà della quota di detrazione che non ha trovato capienza nell’Irpef, da poter recuperare nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. Questa regola serve ad includere nel bonus latte e pannolini anche gli incapienti, che sono le fasce più bisognose.

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