Il bonus bebè spetta anche agli extracomunitari in possesso di idoneo titolo di soggiorno. A tal proposito, una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea (Sentenza del 2 settembre 2021 riferita alla causa n. 350-2020), è intervenuta con un’importante precisazione.

Cos’è il bonus bebè

Il bonus in commento (bonus bebè o assegno di natalità) è un contributo mensile destinato alle famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo.

L’assegno è annuale e viene corrisposto mensilmente fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione o affidamento preadottivo.

Spetta ai cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in possesso di idoneo titolo di soggiorno per le nascite, adozioni, affidamenti preadottivi avvenuti nel 2021 (e 2020).

La domanda per il beneficio

L’assegno spetta a partire dal mese di nascita o di ingresso in famiglia del figlio adottato o affidato. La domanda deve essere presentata, all’INPS, entro 90 giorni dalla nascita oppure dalla data di ingresso del minore nel nucleo familiare, a seguito dell’adozione o dell’affidamento preadottivo.

Per l’affidamento temporaneo di minore nato o adottato nel 2021, l’assegno spetta a decorrere dal mese di emanazione del provvedimento del giudice o del provvedimento dei servizi sociali reso esecutivo dal giudice tutelare.

Se la domanda è presentata oltre i 90 giorni, l’assegno decorre dal mese di presentazione della domanda (le mensilità precedenti sono perse).

Bonus bebè per gli extracomunitari: i chiarimenti

Come detto sopra, il bonus bebè spetta a cittadini italiani, comunitari o extracomunitari. Con riferimento a questi ultimi, essi devono essere in possesso di idoneo titolo di soggiorno.

Secondo la Corte di Giustizia Europea, nella sentenza menzionata in premessa, il beneficio spetta ai soggetti extracomunitari a prescindere dalla tipologia di permesso di soggiorno (dunque, ad esempio, non fa differenza a seconda che trattasi di permesso di breve o lunga durata).

I giudici supremi a base della propria tesi ritengono che essendo il bonus bebè una prestazione a sostegno del reddito riconducibile alla sicurezza sociale, ne hanno diritto tutti i cittadini, anche extra UE, che ne hanno i requisiti. Una posizione diversa genererebbe, infatti, una disparità di trattamento.

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