Il caro prezzi e il quasi blocco cella cessione del credito nel capo dei bonus edilizi, oltre a bloccare lavori e cantieri per interventi da supebonus 110, continua ad avere delle ripercussioni anche su altri tipi di lavori e conseguenti benefici fiscali. Tra questi rientra il bonus bagno.

Il bagno di casa è uno dei luoghi in cui passiamo ore della nostra vita. Ci entriamo per la cura della nostra persona, per una doccia o un bagno rilassante dopo una dura giornata di lavoro.

È certamente il luogo dei nostri bisogni fisiologici. Quindi, vogliamo che sia un posto accogliente e che ci trasmetta una certa “tranquillità”.

Ecco che molto spesso si averte la necessità di ristrutturalo semplicemente perché sono cambiati i propri gusti o perché effettivamente c’è bisogno di interventi di manutenzione.

Oggi, tuttavia, la decisione di ristrutturare il bagno comporta anche l’esigenza di valutare bene il budget di spesa a disposizione ed i costi che bisogna affrontare. Se prima, ad esempio, rifare l’impianto elettrico e quello igienico-sanitario costava 2.000 euro, adesso con l’aumento dei prezzi di materie prime e altro materiale necessario, i costi sono più che raddoppiati.

Cos’è il bonus bagno

È vero anche, comunque, che resta ancora disponibile la possibilità di godere, sulla spesa sostenuta, del bonus bagno, ossia la detrazione IRPEF del 50%, con chance di optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito. Per ora il bonus è disponibile fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2024. Ma come detto, in parte resta sospesa la cessione del credito.

Laddove si decida di godere del beneficio nella forma della detrazione fiscale, questa è spalmata in 10 quote annuali di pari importo.

Quindi, ad esempio, per una spesa di 5.000 euro, il bonus bagno è pari a 2.500 euro, che sarà spalmato in dichiarazione redditi per 10 anni (ogni anno si ha una detrazione IRPEF di 250 euro nel 730).

Quali lavori danno il bonus bagno

Si tenga, comunque, presente che non tutti i tipi di lavori riguardanti il bagno fanno scattare il beneficio fiscale.

Lo sgravio, infatti, spetta solo laddove i lavori eseguiti siano qualificabili come manutenzione straordinaria. Quindi, devono essere finalizzati alla realizzazione e miglioramento dei servizi igienici. Ne consegue che danno diritto alla detrazione fiscale, ad esempio, interventi di:

  • di rinnovamento
  • messa a norma
  • rifacimento dell’impianto idrico-sanitario
  • abbattimento di barriere architettoniche.

Per quanto, invece, riguarda la sola sostituzione dei sanitari, rubinetti, ecc., le relative spese non rientrano nel beneficio, in quanto si tratta di manutenzione ordinaria. Tuttavia, se tale sostituzione è accompagnata dal rifacimento dell’impianto idrico-sanitario, allora anche tali spese possono farsi rientrare nello sgravio fiscale.

Le modalità di pagamento della spesa

Ricordiamo, infine, che per avere il bonus bagno è indispensabile che le spese risultino pagate con bonifico c.d. parlante, ossia quello da cui risultino:

  • causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986)
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

Se poi, oltre a ristrutturare il bagno, si comprano anche mobili per arredarlo, su queste ulteriori spese si può anche godere del bonus mobili (altra detrazione IRPEF 50%).