In un sistema di welfare come il nostro devono essere previste diverse forme di pensionamento (anche anticipato) per i più fragili. Soggetti che, a causa di disabilità, non riescono più a svolgere il proprio lavoro. In caso di malattia il lavoratore dipendente pubblico può ottenere quello che è stato definito come un “bonus anzianità Inps”. Si tratta, in realtà, del pensionamento anticipato che può essere richiesto in caso di aggravamento della propria condizione di salute. Vediamo meglio di cosa si tratta e a chi spetta questo trattamento.

Pensione di inabilità per i dipendenti pubblici, cos’è e a chi spetta

Come si legge sul sito dell’INPS, se un lavoratore dipendente pubblico (iscritto alla forma di previdenza esclusiva dell’Assicurazione Generale Obbligatoria) non è più in condizioni di proseguire la propria attività lavorativa a causa del peggioramento delle proprie condizioni di salute, può richiedere un bonus anzianità INPS, ossia la cosiddetta pensione di inabilità.

In particolare, ai sensi dell’articolo 2, comma 12, della legge 8 agosto 1995, n. 335, il lavoratore dipendente pubblico ha il diritto “a conseguire un trattamento pensionistico nei casi in cui la cessazione del servizio sia dovuta a infermità non dipendente da causa di servizio e per la quale gli interessati si trovino nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa”.

Per richiedere la pensione di inabilità è necessario presentare la relativa domanda all’amministrazione presso la quale il dipendente presta la propria attività lavorativa o la prestava in precedenza. La domanda deve necessariamente essere corredata da un certificato medico attestante lo stato di inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Bonus anzianità INPS: quanto spetta?

Iniziamo col dire che l’importo del contributo non è uguale per tutti, ma può variare da persona a persona. Ai sensi dell’articolo 2, comma 12, legge 335/1995, il riconoscimento della pensione di comporta l’attribuzione di un bonus anzianità INPS “come se l’iscritto avesse lavorato fino al compimento del 60° anno di età oppure fino al 40° anno di servizio”.

Si tratta dunque di una vera e propria pensione, che quindi sarà erogata a vita. La stessa è inoltre reversibile in favore dei superstiti aventi diritto.

Il bonus anzianità INPS sarà erogato a partire dal giorno successivo alla fine del rapporto di lavoro.

Ma attenzione: se la domanda è stata presentata dopo la risoluzione del rapporto di lavoro, la pensione sarà erogata a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui la domanda è stata presentata. Anche in questo caso, ovviamente, la prestazione è vitalizia.