Si è aperto il 1° febbraio 2022 il canale telematico dell’Agenzia delle Entrate per l’invio delle comunicazioni spese per ottenere il bonus acqua potabile. La finestra temporale, salvo future proroghe, si chiuderà il 28 febbraio 2022.

La comunicazione si riferisce alle spese sostenute nel 2021 ed è necessaria per ottenere il riconoscimento del credito d’imposta. Per le spese del 2022, invece, la comunicazione sarà da farsi nel 2023.

Cos’è il bonus acqua potabile: i beneficiari

Il bonus acqua potabile, ricordiamo, si concretizza in un credito d’imposta spettante a fronte di spese sostenute, per l’acquisto e per l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare E290, per il miglioramento qualitativo delle acque destinate al consumo umano erogate da acquedotti.

Ne possono beneficiare, a condizione che abbiano effettivamente sostenuto la spesa:

  • le persone fisiche (senza partita IVA)
  • soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.

I criteri e le modalità attuative del beneficio sono contenuti nel Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 16 giugno 2021.

Importo, modalità di utilizzo e proroga

E’ stato inizialmente previsto a fronte di spese di sostenute nel periodo 1° gennaio 2021 – 31 dicembre 2022. La legge di bilancio 2022 lo ha prorogato anche alle spese del 2023. Il bonus acqua potabile è pari al 50% della spesa sostenuta. Non può, comunque, essere superiore a:

  • 1.000 euro (per ciascuna unità immobiliare), per le persone fisiche non esercenti attività economica
  • 5.000 euro (per ciascun immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale) per gli altri soggetti.

In merito alle modalità di utilizzo:

  • per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo
    • nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento delle spese agevolabili e in quelle successive fino a quando non se ne conclude l’utilizzo
    • ovvero in compensazione in F24.
  • per gli altri soggetti, esclusivamente in compensazione in F24.

Come pagare la spesa

La spesa deve essere documentata tramite fattura o documento commerciale in cui è indicato il codice fiscale del soggetto richiedente il credito.

Si tenga presente che per i privati e in generale i soggetti diversi da quelli esercenti attività d’impresa in regime di contabilità ordinaria, il pagamento deve risultare da versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti (carta di credito/debito, ecc.).

Ad ogni modo, per le spese sostenute prima del 16 giugno 2021 (data di pubblicazione del menzionato provvedimento dell’Agenzia delle Entrate) è considerata valida qualsiasi modalità di pagamento ed è ammesso integrare la fattura o il documento commerciale attestante la spesa stessa annotando sui documenti il codice fiscale del soggetto richiedente il credito.

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