La legge di bilancio 2022 ha previsto la proroga, fino al 2023, del cosiddetto bonus acqua potabile: il credito d’imposta per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare E290, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti.
A tale scopo, il governo ha previsto una dotazione pari a 1,5 milioni di euro. Considerata la limitazione delle risorse messe a disposizione, c’è il rischio che la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile sia più bassa di quanto previsto.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus acqua potabile cos’è e a chi spetta

Il bonus acqua potabile, sostanzialmente, consiste in un credito d’imposta riconosciuto, dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2022, nella misura del 50 per cento delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare E 290, per il miglioramento qualitativo delle acque destinate al consumo umano erogate da acquedotti, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore:

  • per le persone fisiche non esercenti attività economica, a 1.000 euro per ciascuna unità immobiliare;
  • per gli altri soggetti, a 5.000 euro per ciascun immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale.

Come già detto, con la legge di bilancio 2022, il bonus acqua potabile è stato prorogato al 2023, con un’ulteriore dotazione di 1,5 milioni di euro.
Ad ogni modo, la percentuale di credito effettivamente spettante potrebbe essere decisamente più bassa rispetto al 50 per cento previsto dalla normativa, e dipenderà dal totale delle richieste presentate.
Sarà l’Agenzia delle entrate, con un successivo provvedimento, a comunicare l’effettiva percentuale di fruizione del bonus in argomento. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questo incentivo.

 

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