Maggio e giugno. Sillabe delicate, nomi gentili per i due migliori mesi nel giardino dell’anno: le brumose mattine delicatamente bruciate da un caldo sole primaverile, a cui fanno seguito pomeriggi ariosi e notti fresche”, afferma Peter Loewer. Maggio e giugno, in effetti, si rivelano essere tra i mesi più apprezzati e attesi dell’anno, sia da grandi che da piccini.

Per quest’ultimi, d’altronde, tale periodo coincide con la fine della scuola. Per chi lavora, invece, vuol dire avvicinarsi alle tanto meritate ferie.

Ma non solo, il quinto e il sesto mese del 2023 portano con loro un’altra importante novità. Ovvero il pagamento del bonus 200 euro a favore di molti cittadini. Ma chi ne ha diritto? Ecco come funziona e cosa c’è da aspettarsi.

Il bonus 200 euro di maggio è per pochi: limite ISEE e altri requisiti

La crisi economica degli ultimi anni ha compromesso la situazione finanziaria di molti nuclei famigliari che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. In tale ambito giungono in aiuto alcuni bonus messi in campo dal Governo, come quelli una tantum da 150 euro e da 200 euro. Quest’ultimo è rivolto alle persone che nel 2021 hanno registrato un reddito pari a massimo 35 mila euro. Il bonus una tantum da 150 euro, invece, è destinato ai soggetti che nel 2021 hanno ottenuto un reddito pari a massimo 20 mila euro.

Dal principio tali bonus erano destinati a diverse categorie di persone, quali pensionati, dipendenti, disoccupati Naspi, Dis-Coll e lavoratori autonomi con partita Iva. In seguito, onde evitare forme di discriminazione, è stato deciso di ampliare il raggio di azione anche a favore dei lavoratori autonomi e i liberi professionisti senza partita IVA.

Tutti i requisiti necessari

A tal proposito, come ricordato con la circolare Inps numero 30 del 16 marzo 2023, sono questi i “requisiti di accesso all’indennità una tantum in oggetto:

a) avere percepito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro nel periodo d’imposta 2021 oppure avere percepito un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro nel periodo d’imposta 2021;
b) essere già iscritti alla gestione autonoma dell’INPS con posizione attiva alla data del 18 maggio 2022;
c) avere un’attività lavorativa avviata al 18 maggio 2022;
d) avere effettuato entro il 18 maggio 2022, per il periodo di competenza dal 1° gennaio 2020 e con scadenze di versamento entro il 18 maggio 2022, almeno un versamento contributivo, totale o parziale, alla gestione di iscrizione per la quale è richiesta l’indennità;
e) non essere titolare di trattamenti pensionistici diretti alla data del 18 maggio 2022, data di entrata in vigore del decreto Aiuti”;
f) non essere percettore delle prestazioni di cui agli articoli 31 e 32 del decreto Aiuti”.

Pagamenti tra maggio e giugno 2023

Per poter beneficiare di questi due bonus una tantum i lavoratori autonomi e i professionisti non titolari di partita Iva hanno dovuto presentare apposita domanda all’INPS, in modalità telematica, entro lo scorso 30 aprile 2023. Ne consegue, pertanto, che i relativi pagamenti avranno luogo tra maggio e giugno 2023. Ai lavoratori senza partita Iva si aggiungono tutti gli altri cittadini aventi diritto che, pur presentando apposita richiesta, non hanno ancora ricevuto il pagamento dei bonus una tantum.

In quest’ultimo caso, quindi, si consiglia di contattare l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale per segnalare il ritardo. A tal fine è possibile utilizzare il servizio Inps Risponde disponibile sul sito dell’istituto o rivolgersi a una sede territoriale. In alternativa è possibile contattare l’Inps tramite Contact Center Multicanale al numero 803 164 gratuitamente da rete fissa. O al numero 06 164 164, a pagamento, da rete mobile.