Anche i lavoratori autonomi senza partita iva hanno diritto al bonus 200 euro. Non tutti però riceveranno il bonus; infatti la norma ammette al bonus gli autonomi senza partita iva, ma fissa precisi requisiti.

Tali requisiti sono stati analizzati di recente dalla Fondazione studi consulenti del lavoro.

Ecco gli spunti offerti che potrebbero essere d’aiuto per verificare la spettanza del bonus.

Il bonus 200 euro

Hanno diritto al bonus 200 euro non solo pensionati e lavoratori dipendenti ma anche:

  • lavoratori autonomi;
  • i lavoratori domestici con uno o più rapporti di lavoro in essere alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti”;
  • chi, per il mese di giugno 2022, percepirà l’indennità di disoccupazione Naspi o DISCOLL;
  • i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa con contratti attivi alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti”, iscritti alla Gestione separata dell’Inps, non titolari di pensione né iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
  • percettori nel 2022 dell’indennità di disoccupazione agricola di competenza del 2021
  • incaricati alle vendite a domicilio, titolari di partita Iva attiva e iscritti alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti” alla Gestione separata;
  • lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che, nel 2021, hanno almeno 50 contributi giornalieri versati;
  • ecc.

Il bonus 200 euro per gli autonomi senza partita iva

Anche i lavoratori autonomi senza partita iva, se iscritti alla Gestione separata dell’Inps alla data di entrata in vigore del “decreto Aiuti” e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, hanno diritto al bonus 200 euro.

Inoltre, è necessario essere stati titolari nel 2021 di contratti autonomi occasionali con accredito di almeno un contributo mensile.

Tali soggetti, possono già presentare domanda all’Inps. Dunque, non serve la partita iva.

Detto ciò, considerato che la norma richiama l’iscrizione alla gestione separata, è bene ricordare che per i lavoratori autonomi occasionali, i primi 5.000 euro annui costituiscono una soglia di esenzione dall’obbligo contributivo.

L’imponibile previdenziale è costituito dal compenso lordo erogato al lavoratore, dedotte eventuali spese addebitate al committente e risultanti dalla fattura.

Superata la soglia delle 5.000 euro:

  • il lavoratore occasionale devono comunicare ai committenti il superamento del limite;
  • il committente dovrà provvedere ad iscrivere il lavoratore alla gestione separata INPS e procedere al versamento dei contributi sulla parte eccedente le 5.000 euro.

I contributi da versare saranno 1/3 a carico del lavoratore (trattenuti direttamente nella ricevuta fiscale) e 2/3 a carico del committente.

In un recente approfondimento, i Consulenti del lavoro hanno precisato che, una volta superato il limite di 5.000 euro,

occorre, altresì, considerare che il minimale mensile ai fini contributivi nel 2021 era di euro 1.329,43 (annuo euro 15.593).

Pertanto, il richiedente dovrà verificare se per effetto dei redditi derivanti da tutte le prestazioni di lavoro autonomo occasionale eseguite dallo stesso soggetto con qualsiasi committente, abbiano consentito l’accredito contributivo di almeno un mese nel 2021( 1° gennaio – 31 dicembre, circolare Inps n. 103/2004).

Verificato tale requisito si avrà diritto al bonus 200 euro.