Il bonus 200 euro sarà riproposto anche ad agosto o settembre?

Le dimissioni del Premier Mario Draghi sono arrivare in un momento davvero difficile per il nostro paese.

L’attuale esecutivo, ad ogni modo, rimarrà in carica per i dossier e gli “affari correnti”. In molti si chiedono cosa debba intendersi per affari correnti e, soprattutto, quale saranno le future decisioni in materia di incentivi fiscali.

Sicuramente, entro la fine del mese, bisognerà approvare la conversione in legge del decreto Aiuti.

Stiamo parlando del pacchetto di incentivi economici pensato per sostenere le famiglie in difficoltà a causa dell’elevata inflazione di questo periodo. Il decreto Aiuti, fra i tanti, ha istituito anche il bonus 200 euro; adesso, in molti si chiedono se la misura potrà essere rinnovata anche per i mesi successivi.

Il problema sta nel costo, quasi 7 miliardi di euro. Ci si chiede se un governo dimissionario può varare un provvedimento di tale portata. A tal riguardo, il parere degli esperti è molto contrastante, ma ci sono anche altre soluzioni. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Inflazione ancora troppo alta, si pensa al rinnovo del bonus 200 euro

Come già detto in apertura, nonostante le dimissioni, il governo continuerà a rimanere in carica per lo svolgimento degli affari correnti, almeno fino alle prossime elezioni previste per settembre.

Dunque, l’attuale esecutivo dovrà necessariamente adottare nuovi strumenti per contrastare l’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie. Impennata dei prezzi dovuta, principalmente, all’attuale conflitto in Ucraina. La prima delle ipotesi è quella di rinnovare il bonus 200 euro per un altro mese ancora: agosto o settembre. Il dilemma è se un governo dimissionario può varare una misura da quasi 7 miliardi di euro.

Secondo gli esperti, nulla lo vieterebbe; soprattutto in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, ma ovviamente deve esserci il consenso dei partiti politici e di un’ampia maggioranza in parlamento.

Cosa non così scontata. Per questo motivo c’è già chi pensa ad un piano B.

In particolare, il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha da poco proposto il taglio dell’Iva, quantomeno per i prodotti di prima necessità. Una mossa che il governo starebbe valutando, soprattutto per quanto riguarda la fattibilità finanziaria di una tale operazione. Ad oggi, infatti, non è chiaro quanto un simile provvedimento potrebbe costare alle casse dello stato.

Ricordiamo infine che quanto appena detto è il frutto di semplici indiscrezioni, che dovranno essere confermate nelle opportune sedi. Ovviamente, vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa vicenda.