Il bonus 150 euro del decreto Aiuti è il nuovo beneficio una tantum voluto contro il caro bollette. Un contributo che funzionerà come quello di 200 euro del primo decreto Aiuti. Non a caso è stato annunciato che spetterà alle stesse categoria di lavoratori, ossia:

  • dipendenti (lo avranno in busta paga)
  • pensionati (lo avranno sul cedolino pensione)
  • percettori redditi di cittadinanza (sulla carta Rdc)
  • percettori NASPI, disoccupazione agricola e altre prestazioni INPS (lo pagherà direttamente l’INPS sulla prestazione erogata)
  • lavoratori autonomi
  • lavoratori stagionali e dello spettacolo
  • titolari di rapporto di lavoro co.co.co.
  • lavoratori Sport e Salute
  • colf e badanti
  • dottorandi e assegnisti
  • incaricati alle vendite.

Tranne le prime 4 categoria dell’elenco, tutte le altre dovranno fare domanda (come previsto anche per il bonus 200 euro).

Bonus 150 euro, come cambia il requisito reddituale

Oltre all’importo, rispetto al bonus 200 euro, il bonus 150 euro prevede requisito reddituale diverso. Ad esempio, per i lavoratori dipendenti, al fine di avere il sussidio, è richiesto che la retribuzione imponibile di novembre 2022 non sia superiore a 1.538 euro. Resta, comunque, da chiarire se la voce di riferimento deve essere la retribuzione lorda o l’imponibile previdenziale.

Per le altre categorie (ad esempio bonus 150 euro pensionati) è richiesto che il reddito personale del 2021 non risulti superiore a 20.000 euro (invece che 35.000 euro previsto per il bonus 200 euro).

Il pagamento, secondo quanto anticipato dal Ministro dell’Economia, Daniele Franco, dovrebbe esserci, per tutti, tra i mesi di novembre e dicembre 2022.

Quando l’importo raddoppia a 300 euro

C’è un caso in cui il bonus 150 euro raddoppia e diventa 300 euro. E’ quello della pensione di reversibilità con più titolari.

Come i 200 euro, infatti, il nuovo contributo spetterà anche a chi percepisce la pensione di reversibilità, ossia quella pagata ai familiari superstiti (coniuge, figli, ecc.) nel momento in cui il pensionato muore.

Ebbene, in questo caso, per analogia, dovrebbe valere quanto chiarito dall’INPS nella Circolare n. 73 del 24 giugno 2022, in merito al bonus 200 euro.

Qui fu detto che

in caso di soggetti contitolari di pensione ai superstiti, il bonus deve essere corrisposto a ciascun contitolare in misura intera, con verifica reddituale personale.

Esempio

Giovanni e Matteo sono due fratelli contitolari della pensione di reversibilità del padre deceduto. Sia Giovanni che Matteo hanno un reddito personale 2021 non superiore a 20.000 euro. In questo caso il bonus 150 euro raddoppia e, quindi, diventa 300 euro. Laddove, invece, solo uno dei due fratelli rispetta il requisito reddituale, allora il bonus sarà solo di 150 euro.

Laddove nessuno dei contitolari rispetta il requisito dei 20.000 euro, il bonus non sarà per nulla erogato sulla pensione di reversibilità.