Il governo Draghi dimissionario ci conduce alle elezioni anticipate del 25 settembre 2022. In questa data gli italiani sono chiamati ad eleggere il nuovo Parlamento. Il passo successivo è quello della formazione del nuovo esecutivo. Ma che fine farà il bonus 110?

Per adesso sembra che nessun partito politico, impegnato in campagna elettorale, abbia inserito nel proprio programma l’intenzione di concentrarsi sul superbonus.

Starebbe, tuttavia, per arrivare una soluzione che sbloccherebbe il super incentivo fiscale. In primis bloccare le modifiche normative. Stop a nuove misure che ostacolano cessioni del credito.

Snellire notevolmente la burocrazia.

A ciò si aggiungerebbe una nuova circolare che salva i crediti delle banche. Il documento sarà emanato dall’Agenzia delle Entrate da qui a settembre. Dovrà contenere risposte a nuovi quesiti e nuovi chiarimenti anche sulla base delle novità introdotte di recente. Così da dare un quadro chiaro del nuovo contesto.

Bonus 110, attesa chiarimento sulla quarta cessione

Arrivato l’ok alla possibilità della quarta cessione crediti da parte delle banche. Queste ultime non hanno più limitazioni. Possono cedere il credito verso tutti i propri clienti professionali (con partita IVA) che siano anche propri correntisti.

Il decreto Aiuti, tuttavia, aveva imposto che la novità si applicasse alle cessione crediti la cui comunicazione all’Agenzia Entrate fosse avvenuta dopo il 1° maggio 2022.

Un emendamento al decreto Semplificazioni ha poi eliminato questa data, premettendo il tutto anche per quelle comunicazioni fatte prima del 1° maggio 2022.

Nel nuovo documento di prassi che l’Agenzia delle Entrate emanerà, troveranno certamente spazio chiarimenti su questo aspetto e sulle modalità operative da seguire. Ciò faciliterà l’azione della banche che potranno, quindi, contare su quadro più chiaro.

Da chiarire anche la responsabilità solidale

Nell’ultimo documento sul bonus 110 emanato dall’Agenzia delle Entrate (Circolare n. 28 del 2022), l’Amministrazione ha ribadito che in caso di truffe il primo responsabile resta il proprietario dell’immobile che ha fatto i lavori.

L’Amministrazione finanziaria si rivolgerà a lui per recuperare la somma ricevuta e per applicare le sanzioni previste.

C’è, tuttavia, anche la responsabilità dell’impresa o di chi altro acquisisce il credito nel caso di “concorso in violazione“, ossia nell’ipotesi in cui la ditta o la banca erano a conoscenza che si stava commettendo un abuso e non hanno fatto nulla per evitarlo.

Le banche che acquisiscono il credito, ad esempio, sono chiamate ad effettuare una serie di controlli. Questo per evitare che debbano poi rispondere anch’esse di concorso in frode.

Nella nuova circolare le Entrate dovranno dare chiarimenti anche su questo tipo di controlli, visto che ad oggi a livello operativo ancora nulla è stato detto. L’unica cosa detta è che le verifiche devono essere fatte con la dovuta “diligenza”.