Da quando introdotto ad oggi il bonus 110 è ancora in fase di decollo definitivo. I motivi sono da ricercare in diversi fattori e non solo nell’enorme machina burocratica da oltrepassare per accedervi (che d’altronde è stata di recente resa più leggera grazie all’introduzione del modello CILAS per l’inizio dei lavori, ossia una sorta di CILA semplificata).

Il bonus 110: si aspetta la proroga

Il bonus 110, ricordiamo è stato previsto con il decreto Rilancio ed oggetto di successive modificazioni. Spetta per spese sostenute dal 1° luglio 2020 a fronte di lavori c.

d. trainanti e trainati.

Ad oggi è al centro della proroga per i prossimi anni (vedi anche Bonus 110, tutte le proroghe della legge di bilancio 2022)

Si concretizza in una detrazione fiscale da godere i 5 quote annuali di pari importo (4 quote per le spese 2022), con possibilità di optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito.

Burocrazia e aumento prezzi

L’iter burocratico per l’accesso al beneficio (soprattutto laddove di intenda optare per lo sconto o cessione) non è così semplice. E’ questo uno dei fattori principali che scoraggia i cittadini ad intraprendere la strada per questo sgravio fiscale. Stessa cosa dicasi per le imprese che devono eseguire i lavori (soprattutto le piccole ditte) visti gli enormi cavilli da rispettare.

A ciò si aggiunge il vertiginoso aumento dei prezzi delle materie prime, attrezzatura e manodopera cui si sta assistendo dall’introduzione del bonus 110 ad oggi. L’incremento in alcuni casi ha portato al rallentamento di cantieri già avviati per la scarsa reperibilità dei fattori necessari alla realizzazione dei lavori.

Inoltre molte imprese sono costrette a rivedere i preventivi già concordati con i committenti al fine di non intaccare il proprio margine di guadagno e ciò in alcuni casi porta i committenti stessi a rimandare o rinunciare ai lavori.

Altri fattori che rallentano il bonus 110

Allo scarso successo del bonus 110, contribuisce certamente anche il rilento della pratica causata da diversi altri motivi, come ad esempio:

  • studi fattibilità in alcuni casi complessi
  • problematiche edilizie da risolvere per evitare l’impossibilità di accedere al bonus
  • uffici pubblici congestionati a causa anche delle limitazioni di accesso provocate dall’emergenza  Covid-19
  • banche ed istituti finanziari e di credito alle prese con i tempi per la delibera dei finanziamenti o con l’accettazione delle pratiche di cessione del credito.

Prima di prorogare non sarebbe meglio intervenire per risolvere le problematiche che stanno incidendo negativamente sul beneficio?

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