Bonus 110% con rischio rinvio lavori. Una burocrazia troppo marcata accompagnata da una mancata disponibilità dei materiali nonchè da una crescita esponenziale del prezzo degli stessi, sta rallentando l’avvio dei lavori ammessi al bonus 110%.

Ecco quali sono le prospettive e i termini entro i quali è necessario iniziare i lavori per non perdere il treno del bonus 110%.

I dati del superbonus al 31 agosto 2021

In base ai dati forniti dall’Enea, al 31 agosto erano in corso 37.128 interventi edilizi incentivati con il bonus 110%, per circa 5,7 miliardi di investimenti che porteranno a detrazioni per oltre 6,2 miliardi.

 Non di certo un numero così importante se rapportato alla convenienza dell’agevolazione. Almeno sulla carta.

La burocrazia e la mancanza di materiali ferma il superbonus 110%

La possibilità di sistemare la propria casa a costo zero è sicuramente una prospettiva allettante. Tuttavia i contribuenti si stanno scontrando con una burocrazia troppo pesante e non da  meno con la mancanza dei materiali e con la crescita esponenziale del prezzo degli stessi. La crescita dei prezzi era già messa in conto. E’ legge del mercato quella in base alla quale al crescere della richiesta di un determinato bene il suo prezzo aumenta. Questo perchè ci sarà comunque qualcuno disposto a spendere di più per avere quel bene. Per cercare di rendere più agevole l’accesso al bonus 110% è stata approvato il modello Unico CILA superbonus 110%. L’obiettivo è quello di snellire e accelerare la procedura di avvio dei lavori.

Gli interventi rientranti nel Superbonus 110% con esclusione di quelli comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici, costituiscono manutenzione straordinaria e sono realizzabili mediante CILA.

Ciò non significa che anche in presenza di eventuali difformità urbanistiche è possibile accedere al bonus 110%. Anzi, prima di iniziare i lavori è necessario che eventuali abusi edilizi siano sanati. Infatti rileva lo stato iniziale dell’immobile prima che siano avviati i lavori.

Non sempre ciò è possibile. Inoltre, sanare eventuali abusi edilizi significa pagare anche i c.d. oneri di urbanizzazione. Una spesa non di poco conto che di certo non potrà essere agevolata con il bonus 110%.

Superato lo scoglio di eventuali abusi edilizi, gli step successivi sono:

  • trovare un’impresa che accetti la cessione del credito o lo sconto in fattura;
  • fissare una data di inizio lavori che tenga conto della scadenza del bonus 110%.

Ad oggi, la proroga al 2022 vale solo per alcuni tipi di immobili.

Fatti tali passaggi, si ci potrebbe scontrare con la mancanza dei materiali.

Gli addetti del settore edile stanno denunciando quotidianamente la mancanza di “materiali” quali cappotto termico, infissi, caldaie, ecc.