Nella giornata di ieri, 6 ottobre 2021, Camera e Senato hanno approvato la risoluzione di maggioranza sul Nadef 2021 (Nota di aggiornamento al Def).

Tra le richieste al Governo, oltre che una proroga del bonus 110 fino alle spese del 2023, i parlamentari chiedono anche l’estensione dell’ambito oggettivo di applicazione del super beneficio fiscale.

Proroga del bonus 110 per tutti fino al 2023

Nell’attuale formulazione (art. 119 del decreto Rilancio e successive modificazioni), il bonus 110 presenta scadenze diverse a seconda della tipologia di immobili oggetto dei lavori.

In dettaglio, spetta per lavori trainanti e trainati effettuati su:

  • unità unifamiliari, a fronte di spese sostenute nel periodo 1° luglio 2020 – 30 giugni 2022
  • condominio, a fronte di spese sostenute nel periodo 1° luglio 2020 – 31 dicembre 2022
  • edifici da 2 a 4 unità abitative a fronte di spese sostenute nel periodo 1° luglio 2020 – 31 dicembre 2022, a condizione che entro il 30 giugno 2022 siano completati lavori per il 60% di quelli previsti (c.d. SAL – Stato Avanzamento Lavori)
  • edifici ex IACP a fronte di spese sostenute nel periodo 1° luglio 2020 – 31 dicembre 2023, a condizione che entro il 30 giugno 2023 siano completati lavori per il 60% di quelli previsti.

La richiesta di Camera e Senato al Governo avanzata nella risoluzione di maggioranza al Nadef 2021 è quella di estendere il bonus 110 fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 senza porre nessuna condizione sul SAL e con riferimento a tutti gli immobili ammessi.

Estensione anche agli immobili non accatastati

Ad oggi lo sgravio fiscale del 110 si applica solo per lavori eseguiti su edifici residenziali “esistenti” alla data di inizio lavori. La prova dell’esistenza dell’immobile è, ad esempio, rappresentata dalla sua iscrizione al catasto o dalla presentazione della domanda di accatastamento.

L’altra proposta al Governo è quella, invece, di inserire tra gli immobili ammessi alla super agevolazione anche quelli in stato di degrado, c.d. collabenti, non accatastati oppure accatastati ma privi ancora di rendita.

L’intento, dunque, è quello di estende il bonus 110 al maggior numero di immobili presenti sul territorio nazionale.

Sul punto, ricordiamo, comunque, che l’Agenzia delle Entrate si è già espressa in senso favorevole ad ammettere nel 110 anche gli interventi eseguiti su immobili in corso di definizione (categoria catastale F/4), ossia unità immobiliari già ultimate, ma non ancora definite dal punto di vista funzionale e strutturale.

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