Come abbiamo avuto modo di chiarire in passato, la causale del bonifico non è obbligatoria. La transazione di denaro avviene comunque senza problemi e il fatto che non si inserisca la causale del bonifico, che giustifica il movimento, non significa di certo che ci sia qualcosa di sospettoso o illecito sotto. Può essere una dimenticanza o una superficialità. Anzi, i giudici si sono espressi più volte anche a favore di chi sbaglia la causale nei bonifici parlanti per richiedere le detrazioni fiscali (così anche la circolare delle Entrate numero 43/2016).

Ma qui ci occupiamo di un’altra questione ovvero se fare un bonifico senza causale possa esporre a qualche rischio di controlli ulteriori.

A che cosa serve la causale in un bonifico

Come abbiamo visto la causale serve a “giustificare” la motivazione di un bonifico. Questa sorta di appunto serve anche come promemoria per chi esegue il pagamento, soprattutto quando si fanno molte transazioni. E’ vero che ci sono destinatario, data e importo come riferimenti ma la causale serve a spiegare lo scopo del trasferimento di soldi da un conto all’altro.

In caso di controlli però questa non basterà all’Agenzia delle Entrate che si riserverà di approfondire le verifiche. Se il contribuente scrivesse “regalo di compleanno” nella causale di bonifico ma in realtà trasferisce lo stesso importo tutti i mesi nello stesso giorno poco importa quello che ha scritto. Sarebbe paradossale il contrario.

Detto questo è anche vero che non sempre si ricorda facilmente da dove arrivano alcuni importi e per quale motivo sono stati inviati, soprattutto se si tratta di importi limitati. Ecco perché, in questi casi, la causale potrebbe essere una sorta di promemoria quando e se il Fisco eseguirà accertamenti sull’operazione.