Per il bollo auto non pagato è possibile che il contribuente subisca, da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione, il prelievo direttamente sul conto corrente anche se il pagamento è caduto in prescrizione?

Purtroppo la risposta è sì, a meno che il contribuente non si opponga alla cartella esattoriale entro 60 giorni dal suo ricevimento. Se non lo si fa l’ente esattoriale può eseguire il pignoramento presso terzi e, quindi, prelevare il dovuto direttamente dal conto corrente del debitore.

Bollo auto e pignoramento dal conto corrente

Anche nel caso del mancato pagamento del bollo auto, quindi, l’Agenzia delle Entrate Riscossioni può eseguire il pignoramento sul conto corrente del debitore se quest’ultimo non impugna la cartella esattoriale nei termini stabiliti dalla legge.

La Legge, infatti, attribuisce all’Agenzia delle Entrate Riscossione il potere di poter pignorare direttamente il dovuto dal conto corrente del debitore attraverso un atto notificato sia al debitore che all’istituto di credito. L’istituto di credito con la notifica è tenuto a trattenere le somme pignorate e a non permetterne il prelievo. Inoltre, se il debitore, entro 60 giorni, non provvederà al pagamento, sarà lo stesso istituto a dover provvedere all’accredito di tali somme sul conto corrente dell’ente di riscossione.

Il pignoramento presso terzi si svolge a 3: l’esattore, l’istituto di credito e il contribuente, che molto spesso fa soltanto da spettatore. Non serve un giudice che stabilisca che l’importo pignorato sia prescritto o meno e se il contribuente ritiene che quanto preteso dall’Agenzia delle Entrate Riscossione sia illegittimo deve agire in giudizio facendo valere la prescrizione. Ma per fare questo il contribuente deve essere informato e l’Agenzia delle Entrate, molto spesso, gioca proprio su questo, l’ignoranza dei contribuenti per pretendere quello che, molto spesso, non è più dovuto.

Agente di riscossione non garante

L’agente di riscossione, che agisce per conto della Pubblica amministrazione, dovrebbe fungere anche da  garante per la legalità dei procedimenti di riscossione esattoriale rappresentando lo Stato.

Ma non è così poiché Agenzia delle Entrate Riscossioni, nonostante le sentenze della Corte di Cassazione, continua ad agire in virtù dei suoi interessi e non della legalità.