Il Movimento 5 Stelle fa leva sui due tributi tra i più odiati dai contribuenti italiani: bollo auto e canone Rai. Quali possibilità che si tratti di promesse concrete?

Verso l’abolizione del bollo auto: facciamo chiarezza sull'”odiosa tassa”

Nei giorni scorsi, a seguito della sentenza della Corte Costituzione sul bollo auto e l’autonomia regionale, erano iniziate a circolare voci circa la possibile abolizione del bollo auto. Abbiamo già chiarito la portata del dispositivo. Ad ipotizzare l’abolizione del bollo auto è stato però, aldilà della sentenza sopra citata, lo stesso vicepremier sopite a Unomattina.

Il primo passo, a fine anno, potrebbe essere una consistente riduzione del bollo auto ma l’obiettivo finale e primario resta la cancellazione. Di Maio ribadisce che le risorse economiche ci sono. Tuttavia non fa riferimento esattamente a quelle che sarebbero le fonti per finanziare una simile misura visto che le entrate per le Regioni ammontano a circa 6 miliardi l’anno.

Favorevole alla misura sarebbe il Centro Studi Promotor, il cui presidente, Gian Primo Quagliano, ha anche aggiunto che: “per adeguare il Paese agli standard europei sarebbe anche opportuno che il governo rendesse integralmente detraibile l’Iva sulle auto aziendali così come ha promesso il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini il 14 maggio intervenendo al Dealer Day di Verona”.

Canone Rai, ecco come il Movimento 5 Stelle vuole abolirlo

Non solo bollo auto. Come sopra anticipato tra i balzelli fiscali meno tollerati dagli italiani troviamo anche il canone Rai. La formula del Movimento 5 Stelle, in questo caso, prevede un aumento della pubblicità (con connessi introiti). Eliminare il tetto pubblicitario oggi presente permetterebbe di abolire il canone Rai sul possesso tv. In questo caso il progetto appare più concreto perché il disegno di legge è stato presentato al Senato da Gianluigi Paragone e alla Camera dei deputati da Maria Laura Paxia.

Ma i firmatari non vogliono parlare di privatizzazione della tv pubblica: “non è nostra intenzione privatizzare la Rai, che continuerà ad essere un servizio pubblico con il cda, l’ad e il presidente, oltre che ad essere controllata dalla commissione parlamentare per la Vigilanza Rai che, in questo momento più che mai, dovrà vigilare sull’operato della televisione pubblica. Con il taglio del canone la Rai dovrà puntare sulla qualità del servizio e non potrà finanziare i maxi stipendi con i soldi pubblici”. La proposta trova anche appoggio della Lega che da tempo si fa portavoce della battaglia per la cancellazione del canone tv. Parallelamente all’aumento della pubblicità, si prevede il taglio dei maxi stipendi per i dirigenti Rai.