Anche il canone RAI è uno dei temi più dibattuti di questa campagna elettorale. Come ormai sappiamo, questa tassa dovrà uscire dalla bolletta elettrica già dal prossimo anno. Il governo si è impegnato nei confronti dell’Unione Europea, all’interno del cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ad eliminarlo dalle utenze della luce, in quanto rappresenta un onere improprio, cioè non riferibile al consumo effettivo di energia elettrica.

Il problema è che il legislatore non ha ancora reso noto come lo stesso dovrà essere pagato a partire dal prossimo anno.

Questo compito sarà demandato al prossimo governo, che si insedierà dopo il 25 settembre, giorno in cui si terranno le prossime elezioni nazionali.

Ad ogni modo, si sono fatte alcune ipotesi in tal senso. Si è parlato, in particolare:

  • del modello francese, dove il canone è stato incorporato nell’imposta sulla casa;
  • del modello inglese, il cui prelievo è affidato ad una società di recupero crediti;
  • della possibilità di pagamento tramite il modello 730.

In questi ultimi giorni, inoltre, si sta discutendo della proposta di Matteo Salvini, che vorrebbe addirittura eliminare definitivamente il canone RAI, oltre a quello di un altro progetto particolarissimo progetto. Vediamo meglio di cosa si tratta.

La proposta di Matteo Salvini di eliminare il canone RAI

Matteo Salvini, in questi giorni di campagna elettorale, ha proposto di abolizione del Canone Rai. Secondo molti osservatori, si tratterebbe soltanto dell’ennesima proposta di abolizione di questa tassa che non si potrà mai realizzare.

Contro la proposta di Salvini, in queste ore, si è scagliato anche l’Usigrai (unione sindacale dei Giornalisti Rai), che, attraverso un recente comunicato stampa, ha spiegato quanto segue:

«Senza canone Rai ogni famiglia risparmierebbe 24 centesimi al giorno. La Lega di Salvini che vorrebbe abolirlo e non solo toglierlo dalla bolletta chiarisca agli italiani anche cosa perderebbero in termini di servizio pubblico senza quattordici canali televisivi, tredici radiofonici, i tg e gr nazionali e regionali, i siti di informazione, le piattaforme digitali, un centro ricerche per le telecomunicazioni e un’orchestra sinfonica nazionale.

(…) Un servizio pubblico – continuano i rappresentanti dei giornalisti – non vive di pubblicità, come fanno invece le TV commerciali”.

Bollino blu sui programmi finanziati dai cittadini, di cosa si tratta?

In questi giorni, inoltre, liberoquotidiano.it ha portato alla nostra memoria un altra vecchia proposta molto particolare. Si tratta del progetto dell’ex presidente della commissione di vigilanza Rai, Mario Landolfi, secondo il quale il canone della Rai andrebbe messo all’asta. “I programmi del servizio pubblico andrebbero poi segnati con un bollino blu in modo che il contribuente sa cosa finanzia”.

Ovviamente allo stato attuale si tratta di semplici ipotesi, alcune delle quali difficili se non impossibili da applicare.