Si è parlato diffusamente della prassi dei gestori telefonici di fatturare le bollette non più mensilmente ma a 28 giorni, con il risultato, annualmente, di 13 bollette invece di 12 con un rincaro delle tariffe pari all’8,6%.

Nella telefonia mobile questo approccio viene utilizzato ormai dal 2015 ma quando i gestori lo hanno esteso alla telefonia fissa Agcom è intervenuta dando ai gestori 90 giorni di tempo per riportare la fatturazione a livello mensile. I gestori, supportati da Aaatel, l’associazione di categoria, sono insorti facendo ricorso al Tar e, in attesa del risultato, non hanno variato la tariffazione a 28 giorni.

L’autorità, nei giorni scorsi, però, ha deciso di passare all’azione annunciando l’intenzione di avviare pesanti sanzioni nei confronti di Tim, Wind, 3, Vodafone e Fastweb che non hanno rispettato l’adeguamento della fatturazione mensile.

Anche il governo ha annunciato interventi normativi per rendere la tariffazione più trasparente ma al momento, a quanto sembra, soltanto Tiscali pratica la tariffazione mensile per la telefonia fissa.

La preoccupazione maggiore dell’autorità, al momento, è quella di  “evitare che le condotte dei principali operatori di telecomunicazioni possano causare un effetto di trascinamento verso altri settori, caratterizzati dalle stesse modalità di fruizione dei servizi” riferendosi, chiaramente, alla pay tv dopo che Sky ha deciso di introdurre, da metà settembre, il pagamento della quota di abbonamento ogni 28 giorni facendo passare le mensilità da 12 a 13.

Per la telefonia fissa l’Autorità è irremovibile e per le imprese telefoniche che hanno continuato ad emettere 13 fatture annue, oltre alla sanzione prevista, sarà predisposto anche un rimborso per le famiglie che sono state danneggiate dal comportamento. Il danno, calcolato dalle Associazioni dei consumatori, ammonterebbe a 35 euro a famiglia.