Le bollette luce sono sempre più care. E per le seconde case sono diventate un vero e proprio salasso, gravato da tasse e balzelli di ogni tipo.

Le tariffe elettriche delle seconde case in Italia sono fra le più care d’Europa poiché vengono applicate tasse in misura maggiore rispetto alle utenze abituali. L’aggravio ricade, non sulla quota energia, ma sugli oneri di sistema che incidono normalmente per i due terzi della bolletta.

Bollette luce più care per le seconde case

Più precisamente la bolletta luce è più cara laddove vengono stipulati contratti per non residenti.

E per le seconde case sono quasi tutti così, visto che si tratta di abitazioni normalmente utilizzate per le vacanze al mare o in montagna. La legge prevede infatti che all’atto della sottoscrizione del contratto si specifichi se si tratta di utenza per residenti o non residenti. Nel secondo caso vengono applicate imposte e oneri maggiorati rispetto alla clientela residenziale, il che fa lievitare enormemente le bollette anche del 25% a parità di consumi di energia elettrica con l’utenza residenziale. Poco incide il fornitore che può al massimo proporre riduzioni e sconti solo sulla componente energetica che però ha un peso limitato nel complesso della fatturazione.

La tariffa unica in bolletta dal 2017

Fino al 2016, i clienti che possedevano una casa vacanze si trovavano in bolletta luce una tariffa D3, poiché non erano residenti in quell’alloggio, dove era attivo il contratto o avevano una potenza superiore a 3 kW. Con la riforma del 2017 sono state abolite le tariffe D2 (potenza fino a 3kW) e D3 (potenza superiore a 3kW) passando alla tariffa unica TD e pagando maggiormente per i costi legati alle quote fisse. Ne è derivato, che il peso delle imposte e degli oneri è cresciuto e per bassi consumi, come per le seconde case, l’incidenza si è fatta preponderante.

Così sulle case vacanze, il cui utilizzo dell’energia elettrica è normalmente limitato a pochi mesi all’anno, la bolletta luce è cresciuta considerevolmente. Paradossalmente, per consumi elevati, l’incidenza della quota fissa è minore.

Gli oneri di sistema

Come detto, non è la quota energia che pesa sulle bollette luce delle seconde case, ma le imposte e gli oneri di sistema. Il costo legato agli oneri di sistema viene imposto dall’Autorità ed è quindi uguale per tutti i fornitori: questa voce sulla fattura viene applicata a tutti i clienti domestici, sia residenti che non residenti. Con l’introduzione della tariffa TD a partire da gennaio 2017, la spesa per gli oneri di sistema viene definita in modo diverso per clienti residenti e non. Questa voce viene applicata:

  • clienti residenti in quota energia, calcolata in euro al kWh, in base ai consumi del cliente
  • ai clienti non residenti sia in quota energia che in quota fissa: pagano quindi una parte di oneri di sistema in quota energia (in euro/kWh) così come i residenti e una parte in quota fissa, in euro al mese. L’importo della quota fissa per i non residenti è di 135 euro.

Gli oneri di sistema, anche se nella fattura sono specificate solo una volta all’anno, comprendono tutti i costi relativi a oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione e rimanenti oneri generali. Si tratta di voci di spesa in bolletta poco chiare e che non possono essere tagliate semplicemente risparmiando sul consumo dell’energia elettrica. Spesso sono indicate come “tasse nascoste” che però- come detto – hanno un’incidenza rilevante sul totale della bolletta luce. In sostanza, gli oneri di sistema rappresentano costi che in realtà ricadono sul gestore del sistema elettrico nazionale gestito dall’Enel e non sono di competenza della compagnia energetica che emette la bolletta.

In dettaglio sono: gli incentivi alle fonti rinnovabili, le agevolazioni per il settore ferroviario; la ricerca di sistema; gli oneri per il bonus elettrico; gli incentivi alle imprese elettriche minori; le promozioni dell’efficienza energetica; oneri per il mantenimento degli enti locali che ospitano impianti nucleari.