Accettereste parte dello stipendio con bitcoin in busta paga? Ultimamente l’interesse verso questa forma di investimento è salito in modo esponenziale. Molti lettori, anche dipendenti con piccoli risparmi, ci hanno scritto per avere informazioni in merito alla convenienza di questa moneta virtuale. Ma in Giappone un’azienda hi-tech ha fatto un passo avanti: inserire i Bitcoin in busta paga ovvero pagare parte dello stipendio in cripto moneta.  Insomma: i Bitcoin si comprano, si regalano e, adesso, si ricevono anche in busta paga insieme allo stipendio.

Ma quali sono i vantaggi e a quali rischi?

Bitcoin in busta paga: come cambia lo stipendio

L’azienda nipponica GMO Internet ha spiegato che si tratta di una scelta volontaria alla quale potranno aderire 4 mila dipendenti impiegati presso la sede centrale. L’importo dei bitcoin in busta paga non potrà superare i 100 mila yen a lavoratore, corrispondente a circa 750 euro. Spiega il portavoce dell’azienda Harumi Ishii che l’obiettivo è quello di “migliorare la nostra conoscenza della moneta virtuale usandola realmente”. La sperimentazione partirà a febbraio 2018.

Ad oggi avere parte dello stipendio pagato in bitcoin suona a conti fatti come una prospettiva allettante per molti lavoratori: in meno di un anno il loro valore è passato da meno di 1000 dollari a circa 17.500 dollari. Resta il fatto che è difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi. Secondo le previsioni di Chamath Palihapitiya, fondatore di Social Capital co-proprietario dei Golden State Warriors, in un triennio o poco più un Bitcoin varrà 100.000 dollari e in 20 anni arriverà a 1 milione di dollari.
Ma c’è anche chi ritiene impossibile mantenere questo trend di crescita a certi ritmi nel lungo periodo e mette in guardia su una inevitabile inversione di tendenza.

Conversione stipendio in Bitcoin

Già in passato alcuni provider avevano introdotto la possibilità di convertire lo stipendio in Bitcoin attraverso un semplice bonifico Sepa ma il passaggio è risultato per alcuni versi macchinoso e ha ricevuto critiche per il tempo richiesto e per l’inefficienza nel creare un riferimento tracciabile per ogni transazione.