È probabilmente la legge di mercato numero uno in economia: quando la domanda è troppo alta, rispetto all’offerta, i prezzi sono destinati a salire, inevitabilmente. E questo, negli ultimi mesi, è quello che è un po’ successo con l’andamento dei costi del carburante. Benzina e diesel sono iniziati ad aumentare subito dopo la fine del primo blocco sanitario. Lo stop ai trasporti, limitati ai casi di necessità e urgenze nella prima fase pandemica, ha fatto calare drasticamente la domanda, che poi si è ripresa a rapido ritmo, così veloce da non permettere ai distributori di adattarsi.

Questo è stato il primo momento in cui abbiamo visto il costo del carburante crescere.

A complicare le cose, poi, lo scoppio della guerra in Ucraina. Con l’Italia (e l’Europa intera) fortemente dipendente a livello energetico dalla Russia, c’è stato un problema con gli approvvigionamenti. E ancora, il disequilibrio tra domanda e offerta si è accentuato sempre di più, facendo salire i prezzi alle stelle.

Per questo motivo il Governo Draghi ha deciso di correre ai ripari, prima con un taglio delle accise, poi con un bonus benzina destinato a determinate categorie di lavoratori. Entrambe le misure, però, sono provvisorie e valide per un tempo determinato. Questo vuol dire, in pratica, che i costi potrebbero aumentare ancora, e di nuovo, già a partire da maggio.

Perché i prezzi di benzina e diesel potrebbero di nuovo aumentare

Già a marzo, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina. Le misure introdotte con questo intervento avevano come obiettivo:

  • il contenimento dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei carburanti;
  • l’introduzione di sostegni alle imprese;
  • la tutela delle imprese nazionali;
  • l’accoglienza umanitaria.

In particolare, per contrastare il caro prezzi nel settore trasporti, l’Esecutivo ha deciso di ridurre le accise su benzina e gasolio impiegato come carburante per autotrazione.

Questo ha permesso un taglio dei costi pari a 25 centesimi di euro al litro, per un periodo di 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento.

Trattandosi di un testo di legge entrato in vigore a fine marzo, quindi, la riduzione avrebbe dovuto essere tale fino a fine aprile. Scaduto il mese, però, il Governo Draghi ha deciso di intervenire con una proroga, estendendo lo sconto su benzina e diesel.

Perché conviene fare benzina prima del ponte del primo maggio

Fino a fine aprile, il prezzo alla pompa di benzina e gasolio è ridotto di 25 centesimi a litro. Il taglio delle accise, infatti, è stato esteso dopo marzo per un altro mese. A partire dalla prima settimana di maggio, quindi, le cose potrebbero cambiare.

Chi ha intenzione di partire in occasione dell’uno maggio, o chi deve rientrare, può senz’altro agire d’anticipo. Non sappiamo ancora se l’intenzione del Governo sia quella di prolungare ancora la misura. Nel dubbio, visto che da lunedì 2 maggio i prezzi potrebbero di nuovo aumentare, è consigliabile fare il pieno alla propria auto prima della festa dei lavoratori.

In alternativa, ci sono sempre i bonus.

Bonus benzina e carburante: come richiederlo e a chi spetta

Con il decreto legge di marzo, il Governo ha approvato anche il cd. “bonus carburante“. Per il 2022, i buoni benzina possono essere ceduti a titolo gratuito dalle aziende private. Sono i lavoratori dipendenti, che nel limite di 200 euro, lo ricevono. Si tratta pertanto di un importo che non concorre a formazione del reddito.

Non si tratta quindi di un incentivo destinato a tutti, indistintamente.

Come per il taglio delle accise, anche quest’agevolazione è a tempo determinato (ma al Governo stanno già pensando a un’estensione che ai mesi estivi).

Prezzi in aumento e costi alle stelle, attenzione alle speculazioni: avviati i primi controlli e multe in arrivo

Nonostante la spinta inflazionistica, in molti casi i consumatori hanno assistito ad un aumento dei prezzi sconsiderato. Tutto costa tendenzialmente di più, è vero. Ma molti aumenti, registratisi nel giro di poche ore, hanno spesso insospettito le autorità, facendo scattare i primi controlli. Per evitare speculazioni di ogni tipo, quindi, il Governo ha potenziato le attività di sorveglianza sui prezzi.

Maggiori strumenti, per esempio, sono stati messi a disposizione di “Mister prezzi”, il Garante per la sorveglianza dei prezzi già istituito presso il Ministero dello sviluppo economico. In particolare, è istituita una apposita “Unità di missione”, con relativa dotazione di personale. Il suo scopo è quello di procedere con:

  • attività istruttorie;
  • analisi, valutazione ed elaborazione dei dati;
  • convocare le imprese e le associazioni di categoria al fine di verificare i livelli di prezzo dei beni e dei servizi di largo consumo;
  • richiedere alle imprese dati, notizie ed elementi specifici sulle motivazioni che hanno determinato le variazioni di prezzo.

Inoltre, sono partiti anche le prime ispezioni della Guardia di Finanza, per evitare compravendite ai danni dei consumatori.

In questo contesto, si inseriscono anche le attività di trasparenza e monitoraggio nel mercato del gas naturale. I titolari dei contratti di approvvigionamento di gas per il mercato italiano saranno tenuti nello specifico a trasmettere al Ministero della transizione ecologica e all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) i contratti già sottoscritti o da sottoscrivere. Le informazioni tramesse serviranno a monitorare anche l’andamento dei costi.

In caso di violazioni, gli autori degli atti illeciti saranno chiamati a rispondere del reato commesso, nonché tenuti al pagamento di multe salatissime.