Il prelievo a uno sportello bancomat rappresenta una delle operazioni più abitudinarie per i contribuenti ordinari. La disponibilità di contante, anche per piccole somme, costituisce un viatico per le spesse quotidiane, per la spesa piuttosto che per una ricarica telefonica. Un’operazione che, tuttavia, fa parte di un meccanismo di consumo che, alla lunga, potrebbe essere scoraggiato in nome di una strada decisamente più controllabile da parte del sistema fiscale. Quella della tracciabilità naturalmente. Il ricorso agli sportelli Atm non è stato vietato ed è poco probabile che lo sarà in futuro, perlomeno in forma piena.

È vero però che le anche le banche stesse hanno deciso di potenziare i propri strumenti online, favorendo le piattaforme home banking piuttosto che l’utilizzo del contante. Un obiettivo da perseguire sia riducendo il numero delle filiali che, di conseguenza, quello degli sportelli bancomat. Del resto, non è un mistero che la comodità di eseguire ordini di bonifico online, piuttosto che eseguire un pagamento direttamente con una carta senza ricorrere al portafogli, rappresenti un vantaggio sia per chi paga che per chi gestisce i risparmi.

Bancomat, il nodo delle commissioni

A proposito di bancomat e prelievi, qualche novità è in arrivo anche al termine dell’estate. Cambiamenti che si conformano proprio all’idea delle banche di una poco convenienza nel mantenere aperto il circuito legato agli sportelli Atm. La prima sterzata, in senso negativo per gli utenti, è legata al costo delle commissioni. Ogni prelievo effettuato presso sportelli diversi da quelli della propria banca, infatti, genera un sovraprezzo. E, dal prossimo autunno, tale costo potrebbe superare addirittura quota 1,50 euro. Somma da applicare, chiaramente, a ogni singolo prelievo. Un tema che ha ampiamente fatto discutere ma che ha trovato una sorta di convergenza con il progetto di spese tracciabili avviato fin dal secondo governo della legislatura in corso. Ma non solo.

Come detto, gli sportelli per il prelievo bancomat stanno via via calando di numero. Il motivo è da ricercare proprio nei costi, con gli istituti di credito che hanno scelto la via del web e, progressivamente, il taglio delle spese sugli sportelli. Senza contare che esiste un altro fattore da tenere in considerazione nel momento in cui ci si presenta a un Atm, carta alla mano.

La giornata tabù

Non tutti lo sanno ma esiste un giorno della settimana che brilla per la sua poca convenienza per effettuare un prelievo. E non solo per un problema di commissioni. Chiaramente, al pari di qualsiasi transazione di denaro, anche i prelievi ricevono una particolare attenzione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Anche se, perlopiù, il Fisco guarda ai versamenti piuttosto che ai prelievi, portarsi via somme troppo elevate, anche in diverse transazioni ravvicinate, finirebbe per far scattare un campanello d’allarme. Sempre in nome del monitoraggio su possibili attività illecite con denaro contante. Ma, visto che si parlava di un giorno tabù, ecco spiegata la questione. La giornata in questione è quella che, tradizionalmente, chiude la settimana lavorativa, ossia il venerdì. E non si tratta di una ragione legata al servizio, quanto alla possibilità di finire vittima di qualche truffa spiacevole. Il venerdì, infatti, l’operazione del prelievo risulta più vulnerabile all’attività dei malintenzionati, per il semplice fatto che il riscontro di un malfunzionamento non potrebbe essere trattato dagli addetti prima del lunedì successivo. Un eventuale blocco della carta, quindi, diventerebbe una situazione decisamente spinosa. Meglio non rischiare.