Da gennaio le pensioni degli italiani cresceranno del 7,3%. Aumenti previsti dalla legge per adeguare il potere di acquisto dei pensionati all’incremento dei prezzi del 2022 (inflazione). Un balzo in alto che non si vedeva da 40 anni.

Tutte le pensioni saranno rivalutate in base ai dati provvisori Istat sull’Inflazione. Quindi dalle pensioni minime (524,35 euro) che aumenteranno di 39 euro al mese, a quelle d’oro e d’argento. Mediamente l’incremento sarà di 171 euro a pensionato tenuto conto che c’è chi percepisce più di una rendita.

A gennaio le pensioni aumentano del 7,3%

C’è però una precisazione da fare. Coloro che percepiscono una pensione fino a 35 mila euro all’anno prenderanno un po’ di meno a partire da gennaio. In base al Decreto aiuti Bis dello scorso mese di agosto, a costoro sono già stati erogati anticipi pari al 2% dell’assegno per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Quindi per questi pensionati l’incremento del 7,3% sarà defalcato degli acconti già erogati.

Detto ciò, l’aumento scatterà in misura quasi totale per tutti sulla base delle risultanze dei dati provvisori dei prezzi al consumo rilevati dall’Istat per i primi dieci mesi del 2022. Il dato definitivo sull’inflazione sarà comunicato nella primavera del 2023 e di conseguenza saranno calcolati anche i conguagli da corrispondere a gennaio 2024.

In altre parole l’aumento del 7,3% non è definitivo e suscettibile di ulteriori variazioni percentuali che saranno recuperate nel 2024. Il grosso, comunque sarà corrisposto a partire da gennaio 2023 per tutti.

Aumento medio 95 euro al mese

Ma quanto prenderà in più il pensionato medio nel 2023? Posto che l’assegno medio mensile è intorno ai 1.300 euro lordi, l’incremento sarà di 95 euro al mese. Su base annua è pari a 1.235 euro, tredicesima compresa.

Parte dei soldi, come detto, sono stati anticipati in base al decreto Aiuti bis a ottobre, novembre e a dicembre 2022 nella misura del 2%.

Quindi quanto resterà ancora da prendere a gennaio? Il conto è abbastanza semplice, basta sottrarre ai 1.235 euro di cui sopra gli anticipi già erogati.

A conti fatti l’aumento (perequazione) per chi rientra nella fascia di reddito di 35 mila euro all’anno sarà quindi di 1.152 euro all’anno, cioè circa 88 euro al mese (anziché 95). Per tutti gli altri che non hanno percepito anticipi nel 2022, gli aumenti saranno invece pieni.

Chi, infine, percepisce pensioni d’oro o d’argento non godrà della piena perequazione automatica. La legge fissa dei limiti che sono:

  • fino a 4 volte il minimo rivalutazione al 100%;
  • fra quattro e cinque volte il minimo rivalutazione al 90%;
  • sopra cinque volte il minimo rivalutazione del 75%.