Al centro della riforma fiscale per l’anno prossimo troviamo l’aumento IVA 2020. Secondo alcuni recenti rumors, scatterà ma con dei paletti. In particolare si parla di aumento IVA selettivo perché riguarderebbe solo alcuni beni e servizi. Ci sono quindi settori dell’economia che sarebbero più penalizzati. Che cosa c’è di vero?

Ad onor di cronaca dobbiamo precisare che Palazzo Chigi ha smentito questa possibilità: “non è allo studio del governo nessuna ipotesi di aumenti selettivi dell’Iva”. Certo è che qualcosa bisognerà fare.

Senza interventi correttivi sulla clausole di salvaguardia, la progressione delle aliquote Iva farà schizzare l’imposta sul valore aggiunto al 26,5% entro il 2022. Gli scaglioni intermedi previsti nella Legge di Bilancio stimano appunto un’aliquota ordinaria al 24,2% nel 2020 e al 25% dal 1° gennaio 2021. Il Governo Giallo-Rosso ha rassicurato sul fatto che i tecnici stanno lavorando ad un modo per cancellare l’aumento IVA.

In questo quadro si è inserita anche la lotta all’evasione fiscale e all’uso del contante. Parallelamente al bonus per chi utilizza carte di credito e altri metodi di pagamento tracciabili, si potrebbe prevedere un aumento IVA solo per chi paga in contanti. Il piano del Movimento 5 Stelle non è del tutto nuovo, anzi ricalca una proposta che era stata presentata dalla Lega non appena si era insediato il precedente governo. L’idea è quella di applicare l’aumento IVA solamente per chi paga in contanti. Nel mirino finirebbero in particolare settori come ristoranti e alberghi ma anche lavori di manutenzione ordinaria in casa (che sono anche settori nei quali si registra il tasso di evasione fiscale più alto). Alcuni lettori ci hanno scritto, in merito alla possibilità di aumento IVA selettivo, per sapere se ci sono beni e prodotti più a rischio e per i quali potrebbe convenire anticipare l’acquisto entro fine anno onde evitare di pagare tasse più alte.

A ben vedere però per il momento quella dell’aumento IVA selettivo è un’ipotesi che non trova fondamento in fonti ufficiali. Se anche si seguisse questa strada, probabilmente l’aumento riguarderebbe servizi di immediato consumo come il conto al ristorante o in hotel. Al massimo si potrebbe valutare di fare prima di gennaio prossimo alcuni piccoli lavori in casa qualora si volesse pagare in contanti.