Incrementare l’importo delle pensioni troppo basse è una facoltà concessa a molti pensionati o titolari di assegni assistenziali da parte dell’INPS. Quando si parla di aumenti delle pensioni non si può non far riferimento alle maggiorazioni sociali. Si tratta di emolumenti aggiuntivi sulle pensioni che vengono liquidati dall’INPS ai titolari di assegni al di sotto di determinate cifre. Sulle maggiorazioni oltre all’importo della pensione incidono anche i redditi. A volte solo quelli del titolare e a volte anche quelli cumulati con il coniuge.

Ad incidere inoltre, anche l’età del pensionato stesso. 

“Buonasera, mi chiamo Luisa e sono una donna che compirà 70 anni di età a dicembre prossimo. Sono titolare di assegno sociale e qualcuno mi ha consigliato di verificare all’INPS o al Patronato se ho diritto alla maggiorazione sulla pensione, cioè a portare la mia pensione a 660 euro. Infatti pare che questo sia l’importo della pensione spettante a chi compie 70 anni di età. Volevo chiedervi se queste mie notizie sono vere o no e se è il caso davvero di andare all’INPS o al Patronato ad approfondire il tutto. Grazie anticipate per la vostra eventuale risposta.” 

Aumenti pensioni: le pensioni troppo basse  

Le pensioni degli italiani sono troppo basse e questa non è una semplice sensazione da parte di chi scrive, ma è un dato di fatto avvalorato dai periodici monitoraggi del sistema previdenziale italiano che l’Inps propone annualmente. L’ultimo è di gennaio 2022 ed ha messo in luce il fatto che la cifra media delle pensioni degli italiani rispetto all’anno precedente è ulteriormente diminuita. Per questo assumono fondamentale importanza gli strumenti disponibili per incrementare l’assegno della prestazione. Strumenti che a volte i pensionati non sanno di poter utilizzare perdendo così spesso il diritto ad una pensione più alta di quella che effettivamente si incassa ogni mese.

Il ricalcolo, le integrazioni al minimo e le maggiorazioni sociali sono tutti strumenti che possono permettere ad un pensionato di ricevere qualcosa in più sulla pensione e di portarla ad una cifra più dignitosa di quella che effettivamente è al momento.

 

L’integrazione al milione  

maggiorazione
È del 2001 il provvedimento che ha introdotto nel sistema l’integrazione della pensione al milione delle vecchie lire. In pratica fu fissata la soglia minima delle pensioni a un milione della moneta che l’euro ha sostituito in quegli anni. Oggi l’incremento al milione è pari a 660,79. Si tratta in pratica della cifra massima che si può prendere di pensione con l’integrazione al trattamento minimo e le maggiorazioni sociali. Questo, in base a quel provvedimento nato con uno dei governi guidati da Silvio Berlusconi. Fu l’articolo numero 38 della legge numero 448 del 2001 a introdurre questa importante maggiorazione sociale. Un incremento della pensione che però è commisurato a determinati requisiti che il pensionato interessato deve soddisfare.

I redditi propri, la pensione propria e i redditi del coniuge, quando questi dati incidono 

Non c’è maggiorazione sociale che non preveda il rispetto di determinati requisiti per poterne godere. La nostra lettrice ha ragione nel momento in cui sostiene che a 70 anni ha diritto ad un ricalcolo della pensione chiedendo le maggiorazioni sociali. Per esempio a 70 anni di età si può chiedere la maggiorazione sull’assegno sociale, che poi è proprio il caso della nostra lettrice. È l’assegno può essere portato fino a 660,78 al mese. Si tratta dell’esatta cifra dell’integrazione al milione per il 2022. Va detto comunque che la soglia dei 70 anni è soltanto la regola generale, dal momento che tale maggiorazione può essere goduta anche prima del compimento dei 70 anni di età, in base ai contributi versati. Per l’assegno sociale i contributi previdenziali non sono necessari, ma non è detto che la nostra lettrice non abbia versamenti contributivi anche se non sufficienti per avere un trattamento previdenziale.

Ogni cinque anni di contributi versati da parte di un contribuente, tolgono un anno al limite dei 70 anni per godere dell’incremento al milione. In pratica se la nostra lettrice avesse avuto cinque anni di contributi versati, inutili per la pensione perché insufficienti, il suo assegno sociale poteva essere integrato al trattamento minimo già a 69 anni. O addirittura 68 anni se i contributi fossero stati dieci anni. 

Aumenti pensioni: i redditi da non superare per godere della maggiorazione 

Una volta compiuti i 70 anni quindi si ha diritto ad una specie di ricalcolo della pensione che può essere integrata con le maggiorazioni sociali. Ed è un diritto che la nostra lettrice maturerà adesso che compie 70 anni di età. Compiendoli a dicembre, può, inoltrando la domanda immediatamente all’INPS. Sempre che rientri nelle condizioni reddituali previste dalla normativa vigente per il 2022. Per avere diritto all’incremento al milione per esempio, se l’interessato è titolare di assegno sociale deve avere redditi personali fino a 8.590 euro. in presenza di coniuge invece il reddito è cumulato con quest’ultimo e sale a 14.675 euro annui. Ferma restando la soglia del reddito personale prima citata. Parlando di assegno sociale però va sottolineata una cosa. Se questo assegno è sopraggiunto dopo la trasformazione dell’assegno di invalidità civile a 67 anni di età, il reddito del coniuge per il godimento delle maggiorazioni non incide, come non incide sulla pensione di invalidità.