I lavoratori dipendenti, pensionati e tutti i lavoratori in generale e le famiglie italiane, sono, come si suole dire, con l’acqua alla gola.

Tutto aumenta (materie prime, gas, luce, pellet, pasta, pane, ecc.). Tutto tranne proprio stipendi e pensioni. Il conto è semplice e matematico. Se lo stipendio è di 1500 euro e in un mese bisogna pagare 800 euro tra bolletta della luce e gas, ne restano 700 euro. Bisogna farci la spesa per mangiare e se si hanno figli c’è da mandarli a scuola o all’università.

Morale della favola a fine mese a stento ci si arriva e laddove ci si arrivi, in tasca dello stipendio o della pensione non resta nulla (o quasi). E bisogna sempre pregare di star bene di salute e non andar per medici e centri specializzati.

I bonus del legislatore

Il legislatore ha, comunque, messo in campo qualche strumento momentaneo per dare un sostegno economico. Parliamo ad esempio, del bonus 200 euro (art. 31 decreto Aiuti) e del bonus 150 euro (art. 18 decreto Aiuti ter). Si tratta di due contributi “una tantum”, quindi pagato una sola volta.

C’è poi il bonus bollette di 600 euro (un fringe benefit che l’azienda può decidere di erogare liberamente ai propri lavoratori).

Per dipendenti e pensionati i 200 euro sono stati pagati (rispettivamente in busta paga e cedolino pensione) al luglio 2022. Il bonus 150 euro sarà pagato a novembre 2022 (busta paga e cedolino pensione).

C’è poi da considerare, tuttavia, che non tutti i lavoratori e pensionati ne hanno diritto. Infatti, per avere i citati bonus è necessario il rispetto di requisiti reddituali. Se ci riferiamo, ad esempio, ai pensionati, per il bonus 200 euro è necessario che il reddito personale 2021 non risulti superiore a 35.000 euro mentre per il bonus 150 euro il requisito reddituale scende a 20.000 euro.

Le iniziative private delle aziende contro il cari vita

Intanto, per andare incontro ai propri dipendenti, c’è chi ha deciso di erogare bonus in busta paga.

Ad esempio, c’è un’azienda piacentina che produce packaging (la Nordmeccanica) che ha deciso di erogare un bonus carburante del valore di 500 euro per tutti i suoi lavoratori (250 dipendenti).

C’è anche una società di servizi al credito e asset manager partecipata al 49% da Intesa Sanpaolo (la Intrum) che ha previsto un bonus di 600 euro ciascuno per i propri dipendenti. L’importo è spendibile sulla piattaforma di welfare dell’azienda stessa per l’acquisito di specifici beni e servizi.

La stessa Intesa San Paolo ha deciso di pagare una somma straordinaria di 500 euro (come liberalità) al personale del gruppo in Italia ed all’estero.

Il gruppo acqua Sant’Anna ha pagato un bonus busta paga corrispondente ad una mensilità in più. Sono tutte iniziative con cui i datori di lavoro hanno deciso di aiutare il propri lavoratori a affrontare il rincaro dei prezzi con cui si sta facendo i conti negli ultimi mesi e che non mostra segni di calo.