Sembrano non finire mai le storie ordinarie di chi cade in vere e proprie truffe organizzate che spillano un sacco di soldi. Dalle Canarie, ma riguarda anche turisti italiani, è arrivata la segnalazione di una vera e propria frode ai danni dei turisti che si ritrovano a pagare 3mila euro senza sapere neppure il motivo. Il protagonista della truffa è un gratta vinci che porta poi alla visita di un resort di lusso alle Canarie e un contratto che obbliga a pagare una bella cifra per due settimane di villeggiatura.

Ne ha parlato di recente La Repubblica

Come funziona la truffa

Come comunica il Centro europeo consumatori (Cec) di Bolzano, la truffa ha colpito molti turisti, anche italiani, che si trovavano in vacanza alle Canarie. La cosa buffa è che quasi tutti non si capacitano di come possano essere finiti in questa fregatura. Ma come funziona nello specifico questa truffa? Il sistema, che purtroppo dal punto di vista legale non fa una piega, va più o meno così. Una persona distinta si avvicina ai turisti a Puerto de Mogàn o Playa del Inglès e regala un gratta e vinci che guarda caso risulta essere sempre vincente. Il premio non è mai di grossissimo valore (uno smart watch o un weekend solitamente) ma gli ignari turisti vengono poi convinti a visitare un resort di lusso che si trova a una trentina di chilometri di distanza. Solo visitando il resort, infatti, sarà possibile riscuotere il premio.

3mila euro per una vacanza inesistente

Una volta arrivati nel villaggio, i malcapitati si trovano davanti un luogo spettacolare, con arredi lussuosi, un parco immenso, piscine e comfort di ogni genere. Dopo una visita lunghissima, alcuni hanno raccontato anche di 4 ore di visita, il truffatore tira fuori il contratto in cui solitamente si convince il turista a prenotare un appartamento oppure pacchetti di lusso con acconto immediato di mille euro, mentre il totale spesso è di 3mila euro da poter pagare anche a rate.

I turisti solo dopo si accorgono di aver pagato una cifra enorme per 2 settimane in un resort, dove la maggior parte delle volte, tra i servizi, non è incluso né il cibo né l’uso delle piscine e della spiaggia da pagare a parte. E non è neppure possibile chiedere soldi indietro, infatti il diritto di recesso non è contemplato. 

Come spiega Monika Nardo del Centro europeo consumatori di Bolzano “i contratti sono pensati per non rientrare nella normativa sui pacchetti turistici né in quella che regola le multiproprietà. Le soluzioni sono due: o farsi la vacanza oppure raggiungere un accordo per cui, pagati i mille euro di acconto, la società non chiede il resto della cifra e lascia in pace il consumatore”.

Dalle segnalazioni, però, è emerso che anche farsi la vacanza può diventare difficile perché spesso non si trova posto nel periodo in cui vale il buono oppure la prenotazione vale solo se il malcapitato partecipa, in seguito, ad un’altra vendita. Il Cec ha ora diramato un avviso per mettere in guardia i consumatori.

Leggi anche: Attenti alla truffa del finto avvocato: ecco come spillano soldi alle vittime