Crescono le aste immobiliari in Italia nel terzo trimestre 2021. Un dato apparentemente positivo, che dimostra una forte crescita rispetto all’anno passato. Il mercato immobiliare rimane infatti ancora frenato.

A trainare il settore delle aste immobiliari è la ripresa delle attività giudiziarie e finanziarie, rimaste ferme per i lockdown lo scorso anno. Il settore immobiliare in Italia, però, a differenza che nel resto d’Europa, rimane ancora contratto.

Aste immobiliari in ripresa nel terzo trimestre

Snocciolando le cifre degli ultimi tre anni, si può osservare la faticosa ripresa del settore: a Luglio 2019 le aste sono state 28.274, a Luglio 2020 solo 3.815 mentre, nello stesso mese del 2021 19.334.

Il mese di settembre, in conclusione, vede in comparazione 25.003 aste (2019), 12.091 (2020) e 15.264 (2021). Questo dimostra, quindi, che il settore non è affatto ripartito, è ancora in difficoltà e registra un calo complessivo del -35,3% rispetto alle 54.082 del Q3 2019. In forte aumento è anche la somma delle offerte minime presentate, se paragonata allo stesso periodo del 2020.

Questi dati sono stati raccolti ed elaborati da REVIV, la prima startup specializzata nella stimolazione delle aste immobiliari. Secondo gli esperti

analizzando i dati del primo semestre, così come degli anni passati, le aspettative diffuse erano che successivamente alla revoca delle sospensioni delle procedure esecutive prima casa avvenuta a fine giugno, ci sarebbe stata una progressiva ripresa delle aste a partire da settembre/ottobre”.

Meno case in vendita nei tribunali

Analizzando l’asset class delle aste immobiliari del terzo trimestre 2021, si può constatare come la tipologia di immobili che ha subito una riduzione più marcata è quella residenziale. Essa ancora risente della sospensione delle procedure giudiziarie su immobili prima casa.

Questa misura è venuta meno a fine giugno ma vi è ancora poca reattività dei tribunali nella pubblicazione delle aste giudiziarie.

Anche da questo aspetto si evince come il mercato immobiliare in Italia rimanga contratto rispetto al resto d’Europa.

Lo stato di emergenza, le restrizioni e le regole imposte alla macchina giudiziaria non possono che influire negativamente sul meccanismo che regola i prezzi degli immobili.