Per assistere a tempo pieno un parente disabile- Anche se non è convivente, vediamo una cosa. Ovverosia, come sapere quanto spetta. Con il sostegno economico, a titolo di indennità, che può variare. In base a tante condizioni ed a tanti parametri. A partire dall’istituto o dall’ente di previdenza di riferimento.

Per esempio, al fine di assistere a tempo pieno un parente disabile anche se non è convivente, l’Inarcassa riconosce delle indennità. Precisamente, il sussidio per i figli disabili. Nel rispetto delle condizioni che sono previste dal regolamento della cassa.

Quella alla quale sono iscritti gli ingeneri ed anche gli architetti.

Assistere a tempo pieno un parente disabile anche se non è convivente. Come sapere quanto spetta

Nel dettaglio, per assistere a tempo pieno un parente disabile anche se non è convivente, l’Inarcassa riconosce un sussidio. Che è pari a 50 euro al mese. Per un figlio disabile. Ma l’importo sale a 250 euro al mese per ogni figlio con disabilità legata ad handicap grave. Così come è riportato in questo articolo.

L’indennità, per assistere a tempo pieno un parente disabile anche se non è convivente, viene riconosciuta a coloro che, titolari di pensione Inarcassa, hanno figli con disabilità accertata. Ma a patto di essere con la cassa in una condizione ben precisa. Quella di regolarità contributiva.

Indennità Inarcassa per un parente disabile anche se non è convivente. Come si richiede

Il pensionato Inarcassa, nel richiedere l’indennità per assistere a tempo pieno un parente disabile anche se non è convivente, può presentare l’istanza online. Ovverosia, la presentazione della domanda dal sito Internet dell’Inarcassa accedendo alla propria area riservata sul web.

Con la richiesta che si può presentare in qualsiasi momento. E comunque solo dopo che per i figli c’è stato ai sensi di legge l’accertamento della condizione di disabilità. Accettata la domanda, il riconoscimento dell’indennità mensile scatterà dal mese successivo a quello di presentazione dell’istanza.