Se l’assenza per malattia da lavoro non supera i tre giorni basterà l’autocertificazione del dipendente al medico curante. Quest’ultimo sarà esente da responsabilità e non dovrà fare altro che  inviare all’Inps il certificato. I lavoratori potranno autocertificare mal di testa, mal di denti, mal di pancia e altri malessere generali diffusi che non necessitano di diagnosi medica. Restano in capo al dipendente le responsabilità in caso di finta malattia per non andare a lavoro. Queste le novità contenute nel ddl che è stato inviato alla commissione Affari Costituzionali del senato e che, nella fase iniziale, se approvata, sarà sperimentata nel settore del pubblico impiego.

Oggi anche per malattie di un giorno è richiesto il certificato (e quindi la diagnosi) del medico e le sanzioni in caso di finta malattia riguardano sia il dottore che il paziente e vanno da 400 a 1.600 euro e reclusione da uno a cinque anni.

Malattia, fino a tre giorni non servirà il certificato: ecco per chi

Gli obiettivi primari sono da un lato ridurre il carico di lavoro dell’Inps, sommerso di certificati, e dall’altro esonerare i medici di famiglia da responsabilità in caso di false dichiarazioni dei pazienti lavoratori dipendenti. Questi ultimi, alla comparsa di sintomi che ben conoscono (chi nella vita non ha mai sofferto di mal di testa, mal di denti etc), potranno valutare da soli se stare a casa e inviare al medico curante un’autocertificazione dello stato di salute.

Autocertificazione malattia, a chi conviene: applausi e critiche

Molti i medici di famiglia che hanno applaudito la novità legislativa. Ma non mancano le critiche:  Confindustria ha ritenuto contraddittorio fare la guerra ai cd furbetti del cartellino e poi offrire loro allo stesso tempo un’arma così forte come quella di firmarsi da soli le giustificazioni. In questo senso Maurizio Stirpe, vice presidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, non ha nascosto il timore che la misura incentivi ancora di più la piaga dell’assenteismo.

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