E’ forte la protesta dei contribuenti sulla pagina Facebook “Inps per le famiglie”. In molti lamentano che con l’assegno unico universale,  rispetto al vecchio meccanismo delle detrazioni per figli a carico e degli assegni al nucleo familiare, si perde parecchio. Addirittura alcuni segnalano accrediti inferiori di circa il 30%.

Ecco le possibili ragioni di tali riduzioni.

L’assegno unico universale

L’assegno unico, D.lgs 230/2021, è riconosciuto ai genitori:

  • per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza;
  • per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni di eta’, per il quale ricorra una delle seguenti condizioni: frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea; svolga un tirocinio ovvero un’attivita’ lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui; sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; svolga il servizio civile universale.

L’importo riconosciuto a titolo di assegno unico è legato ai limiti ISEE.

Le famiglie con Isee inferiore a 15mila euro, hanno diritto ai seguenti importi: per ogni figlio minore 175 euro mensili, importo che diminuisce con l’aumentare dell’Isee, fino ad arrivare a 50 euro mensili a figlio per Isee pari o superiori a 40mila euro.

L’assegno unico universale spetta ai figli disabili, indipendentemente dallo loro età.

In tale caso, per ciascun figlio minorenne con disabilità come definita ai fini ISEE, gli importi base sono incrementati di una somma pari a: 105 euro mensili in caso di non autosufficienza, 95 euro mensili in caso di disabilità grave e 85 euro mensili in caso di disabilità media (cfr. l’art. 4, comma 4, del D.lgs n. 230/2021).

Per ciascun figlio maggiorenne di età fino a 21 anni con disabilità (di grado almeno medio), è prevista una maggiorazione dell’importo individuato ai sensi del comma 2, art.

4 del decreto 230/2021, pari a 80 euro mensili (cfr. l’art. 4, comma 5, del D.lgs n. 230/2021).

Per ciascun figlio con disabilità (di grado almeno medio) a carico di età pari o superiore a 21 anni è previsto un assegno dell’importo pari a 85 euro mensili.

Attenzione, tale ultimo importo spetta: in misura piena per un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro, per ISEE superiori, esso si riduce gradualmente secondo gli importi indicati nella tabella A (allegato al D.lgs 230/20219) fino a raggiungere un valore pari a 25 euro in corrispondenza di un ISEE pari o superiore a 40.000 euro (cfr. l’art. 4, comma 6, del D.lgs n. 230/2021).

La protesta dei contribuenti sulla pagina Facebook Inps per le famiglie

Come noto, da marzo in avanti, l’assegno unico sostituisce : il Premio alla nascita (Bonus mamma domani), l’Assegno di natalità (Bonus bebè), gli ANF e le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni. Rimane attivo il c.d bonus nido.

Molte famiglie si aspettavo di incassare qualcosa in più con l’assegno unico. Invece rispetto al vecchio meccanismo delle detrazioni per figli a carico e dell’assegno la nucleo familiare, si perde parecchio. E’ forte la protesta dei contribuenti sulla pagina Facebook Inps per le famiglie. Addirittura alcuni lamentano accrediti inferiori di circa il 30%.

Ad ogni modo, non è così scontato che la perdita sia questa, in alcuni casi è minore o addirittura si azzera. In altri casi con l’assegno unico si guadagna qualcosa. Le variabili da considerare sono tante: la composizione del nucleo familiare, l’ISEE, ecc.

In molti casi, l’assegno unico è ridotto all’importo minimo fin quando non sarà presentato l’ISEE. Infatti, sul portale Inps, con una specifica FAQ, è evidenziato come:

Per coloro che presentano ISEE successivamente alla domanda, entro il 30 giugno 2022, comunque, verranno riconosciuti gli importi arretrati spettanti, a decorrere dal mese di marzo 2022, in base al valore dell’ ISEE presentato.