Più tutele per le famiglie con figli e assegno unico che sale del 50% dal 2023. Il governo Meloni intende dare una accelerata alle timide politiche sociali finora intraprese dai governi precedenti puntando con decisione sulle famiglie.

Le novità in arrivo per il 2023 sono sostanzialmente due: un assegno unico maggiorato del 50% per le famiglie con figli e un mese di congedo parentale retribuito in più per le madri. Misure a sostegno della natalità che nel nostro Paese sta diventando un problema.

Assegno unico più alto del 50%

La misura più importante riguarda l’assegno unico che sale del 50% per il primo anno di vita dei figli.

Ma si sta lavorando per reperire le risorse ed estendere la maggiorazione fino a 3 anni del bambino. In Parlamento, potrebbe infatti dare un ulteriore impulso alla manovra.

L’incremento del 50% dell’assegno unico è previsto anche per le famiglie con tre o più figli indipendentemente dall’età di questi ultimi. A condizione che l’ISEE non superi i 40mila euro all’anno. In virtù dell’incremento previsto nella legge di bilancio, la quota minima dell’assegno unico per chi ha figli minorenni passerà da 50 euro a 75, mentre la quota massima salirà da 175 a 262,5 euro mensili.

Al momento per ciascun figlio minorenne è previsto un importo di 175 euro mensili per un Isee fino a 15mila euro, somma che si riduce gradualmente per livelli di Isee superiori fino a raggiungere quota 50 euro in corrispondenza di un ISEE di 40mila euro (per livelli superiori rimane costante).

Congedo parentale, 30 giorni in più pagati all’80%

L’altra importante novità, oltre all’assegno unico, riguarda il congedo parentale. Dal 2023 sarà riconosciuto un mese in più retribuito al 80%. Al momento il congedo parentale facoltativo è indennizzato solo al 30%. Può essere usufruito per una durata massima di tre mesi dal padre e tre mesi dalla madre entro il 12esimo anno di vita del bambino.

Molte lavoratrici si trovano però in difficoltà economica e spesso non ne fanno uso. Del resto il 30% della retribuzione è poca cosa soprattutto se lo stipendio non è alto e le spese quotidiane aumentano. Soprattutto dopo l’arrivo di un figlio.

Così il governo ha pensato bene di aumentare l’indennità del congedo parentale per 30 giorni portandola all’80% della retribuzione. In modo da tutelare maggiormente la maternità, insieme all’assegno unico, come avviene in molti altri paesi europei.

Benché sia possibile fruire del congedo parentale fino al 12esimo anno di vita del bambino, come previsto dalle novità introdotte ad agosto 2022 dal decreto n. 105 del 2022, solo entro il sesto anno di vita si potrà ottenere l’indennità maggiorata. L’Inps pagherà automaticamente l’80% della retribuzione in corso verificando il diritto partendo dalla data di nascita del figlio.