La domanda per beneficiare dell’Assegno è annuale e riguarda le mensilità comprese nel periodo tra il mese di marzo dell’anno in cui è presentata la domanda e il mese di febbraio dell’anno successivo.

Chi non ha ancora presentato la domanda di assegno unico, è ancora in tempo per non perdere gli arretrati di marzo in avanti.

Tuttavia, è necessario rispettare la data del 30 giugno. Superata tale scadenza, le conseguenze in capo al contribuente sono piuttosto pesanti.

Ecco quello che bisogna sapere.

L’assegno unico e universale

Dal 1 marzo 2022, con l’entrata in vigore dell’assegno unico, D.Lgs 230/2021, sono abrogate una serie di misure agevolative e di sostegno. Questo perchè, il nuovo assegno unico li ingloba a se, almeno nella definizione degli importi.

Nello specifico, l’assegno unico sostituisce il Premio alla nascita c.d. Bonus mamma domani, l’Assegno di natalità (Bonus bebè), gli ANF e le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni. E’ abrogato anche il Bonus tre figli, mentre rimangono in vigore la maternità comunale di 1.700 euro e il Bonus nido.

Detto ciò, le famiglie con Isee inferiore a 15mila euro, hanno diritto ai seguenti importi: per ogni figlio minore 175 euro mensili, importo che diminuisce con l’aumentare dell’Isee, fino ad arrivare a 50 euro mensili a figlio per Isee pari o superiori a 40mila euro.

Tuttavia, sono previste delle maggiorazioni. Soprattutto in favore della famiglie numerose.

La data del 30 giugno

L’assegno unico deve essere richiesto tramite apposita domanda.

In base alle indicazioni fornite dall’Inps:

  • per le domande presentate a gennaio e febbraio, i pagamenti sono stati erogati dalla seconda metà di marzo;
  • per quelle presentate dal 1° marzo in poi, il pagamento è effettuato alla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Come detto in premessa, la domanda per beneficiare dell’Assegno è annuale e riguarda le mensilità comprese nel periodo tra il mese di marzo dell’anno in cui è presentata la domanda e il mese di febbraio dell’anno successivo.

Chi non ha ancora presentato la domanda di assegno unico, è ancora in tempo per non perdere gli arretrati di marzo in avanti.

Infatti, come ribadito dall’Inps sul proprio portale, la presentazione della domanda entro il 30 giugno 2022, permette di ottenere i pagamenti anche per le mensilità arretrate dal mese di marzo (data di entrata in vigore dell’assegno unico).

Dunque, è opportuno non mancare tale scadenza altrimenti si perderanno gli arretrati.