Novità importante per l’assegno unico per le famiglie che lo prendono. Infatti l’INPS ha da poco terminato delle operazioni di nuovo conteggio degli importi spettanti per 512.000 famiglie. Un ricalcolo resosi necessario per via delle novità introdotte quest’anno dal Governo sulla misura, e per via dei nuovi ISEE delle famiglie. Tutt’altro che facile quantificare gli importi spettanti. L’ISEE ha dati volubili, tra ISEE ordinario e ISEE corrente. E la necessità di garantire nei termini l’assegno unico ogni mese alle famiglie, ha costretto in pratica l’INPS a erogazioni provvisorie.

Ed è proprio l’INPS che ha annunciato il termine delle operazioni, con il messaggio 1947 pubblicato sul portale istituzionale dell’Istituto, il 26 maggio scorso.

Un messaggio che è servito anche a chiarire il perché molte famiglie non hanno ancora oggi percepito l’assegno del mese di maggio. Le due cose, ovvero il ricalcolo e il ritardo, si incastrano tra loro. E grazie a questo messaggio possiamo rispondere alla miriade di quesiti che sono arrivati in redazione in riferimento proprio a questi ritardi.

“Volevo sapere se voi avete notizie su eventuali motivi che hanno portato al fatto che oggi 24 maggio non ho ancora ricevuto l’assegno unico sui miei due figli di 4 e 8 anni. Non capisco perché dal momento che a marzo e aprile ho preso sempre 380 euro e la mia situazione non è cambiata in nulla.”

“Salve, non riesco a trovare notizie dall’INPS sul mancato arrivo dell’assegno unico di maggio. Io l’ho preso sempre il 19 di ogni mese e non capisco come mai questo mese nulla. Eppure i miei figli sono sempre minorenni e sempre a mio carico.”

Oltre 512.000 famiglie nei ricalcoli INPS sull’assegno unico

Molti i quesiti che hanno riguardato l’assegno unico da inizio anno. Prima sulle modalità di presentazione delle nuove domande nel 2023.

Modalità di presentazione che non è cambiata rispetto allo scorso anno. E tra l’altro, i vecchi beneficiari non hanno dovuto nemmeno ripresentare la domanda, perché è bastato rinnovare l’ISEE per tornare a percepire anche nel 2023 le cifre effettivamente spettati e commisurate al nucleo familiare. Poi si è passati agli aumenti. Perché l’inflazione ha reso necessario adeguare anche l’assegno unico come importi. Adesso invece le domande, come si legge facilmente nei due quesiti estrapolati dalla redazione, riguardano il mancato pagamento dell’assegno di maggio.

Una cosa che, come dicevamo, ha interessato 512.000 famiglie. Eppure le finestre di pagamento usate dall’INPS sono state praticamente fisse ogni mese fin da quando l’assegno unico, a marzo 2022, è entrato in vigore. Ma l’INPS adesso ha chiarito l’arcano, confermando che in questi giorni tutti quelli che non l’hanno ricevuto, lo prenderanno sui loro conti correnti.

Quando l’INPS paga ogni mese l’assegno unico e universale sui figli a carico

Le finestre di pagamento dell’assegno unico non sono cambiate. Falsa la voce che sosteneva come l’INPS avesse modificato i calendari spostando a fine mese i pagamenti. Come prassi l’assegno unico universale per i figli sotto i 21 anni di età finisce ai beneficiari dal 10 al 20 di ogni mese, sempre che l’assegno riguardi nuclei familiari privi di variazioni rispetto alle mensilità precedenti. Invece l’accredito arriva tra il 20 ed il 30 di ciascun mese, per i nuclei familiari con variazioni o per quanti presentano la domanda la prima volta (per esempio in occasione di un lieto evento come la nascita di un figlio).

Secondo quanto sostiene l’INPS nel messaggio di cui parla anche il Sole 24 Ore, anche le famiglie finite in questi ricalcoli prenderanno l’assegno tra il 20 e il 30 del mese. Pertanto, chi non lo ha ancora preso dovrà pazientare fino ai primi giorni della prossima settimana.

Il messaggio INPS n° 1947 e le spiegazioni dell’Istituto

In definitiva, i ritardi nelle erogazioni sono collegati al ricalcolo che l’INPS ha dovuto effettuare sugli importi degli assegni per migliaia di famiglie. Risolto il mistero quindi che per diversi giorni ha riguardato proprio questo elevato numero di famiglie. Con il messaggio dell’INPS sopra citato infatti l’istituto ha confermato che ormai i nuovi calcoli sono terminati e pertanto adesso chi non ha ancora percepito l’assegno lo prenderà sul proprio conto corrente. Per qualche famiglia il ricalcolo ha prodotto un importo inferiore perché evidentemente l’INPS aveva erogato assegni superiori rispetto a quelli effettivamente spettanti. Per le famiglie con il ricalcolo negativo si assesta intorno ai 40 euro di media la cifra che andrà restituita all’INPS perché indebitamente percepita. La restituzione sarà a rate, perché non potrà essere tagliata una parte superiore ad 1/5 di assegno per questi “malcapitati”.

Il ricalcolo dell’assegno unico ha portato a ritardi

La maggior parte delle famiglie con ricalcolo nell’assegno unico, prenderanno però un extra importo. Infatti in media ci saranno 272 euro in più a famiglia con la prossima erogazione. Insieme ai chiarimenti sui ritardi nelle erogazioni della mensilità di maggio dell’assegno unico, emerge anche questo aspetto. Quindi, ritardo negativo per le famiglie, ma di positivo per molte famiglie c’è l’aumento dell’importo. L’attenzione verso l’assegno unico è massimale. Infatti molte famiglie da mesi contano proprio su questo assegno unico per arrivare a fine mese. Per questo l’allarme per il mancato pagamento ha fatto subito il giro. Il ritardo ha prodotto disagi quindi, e l’INPS adesso conferma che questa cosa probabilmente non si verificherà più.

Infatti il ricalcolo di adesso serve per evitare che si arrivi al maxi conguaglio finale. Anche perché l’assegno unico a marzo 2022 partì in misura sperimentale e quindi non prevedeva conguagli. L’INPS è al lavoro per portare a regime la misura.

A tal punto che chi ha subito il disagio adesso, riceverà una comunicazione via email o via Sms dove ci sarà anche la spiegazione del ricalcolo effettuato.

Perché questi conguagli? ecco le varie motivazioni

Risolto il nodo dei ritardi con conguagli, ecco che adesso ci tocca capire da dove nascono questi ricalcoli. Una delle motivazioni che sottolinea anche il Sole 24 Ore nasce dal fatto che a molte madri mancano le mensilità previste fin dal settimo mese di gestazione. Infatti impossibile pagare l’assegno unico dal settimo mese. Perché serve la nascita con conseguente assegnazione del codice fiscale provvisorio per poter presentare la domanda. In dati del figlio sono fondamentali. E dopo la nascita il primo ricalcolo riguarda proprio le mensilità dell’ottavo e nono mese di gravidanza. Poi c’è la questione dell’ISEE corrente. Questo ISEE può essere prodotto per quelle famiglie che lo richiedono perché hanno avuto variazioni patrimoniali e reddituali rispetto al 2021, anno di riferimento dell’ISEE ordinario. E tra l’altro per le variazioni patrimoniali solo da aprile è possibile passare dall’ISEE ordinario all’ISEE corrente.

Ipotizzare che molte delle famiglie devono il ricalcolo proprio all’ISEE corrente, non è certo un azzardo. Sempre per l’ISEE, ci possono essere modifiche all’Indicatore, perché era uscito difforme dall’INPS o perché il CAF ha provveduto ad operare in rettifica su alcune dichiarazioni dopo il 31 dicembre 2022.