Gli Assegni familiari, sono un diritto dei lavoratori, ma se il datore di lavoro non li versa al dipendente cosa fare?
L’Inps stabilisce che: “gli assegni familiari sono una prestazione a sostegno delle famiglie di alcune categorie di lavoratori italiani, comunitari ed extracomunitari lavoranti nel territorio italiano, il cui nucleo familiare abbia un reddito complessivo al di sotto dei  limiti stabiliti annualmente dalla legge”.
La Corte di Cassazione con una recente sentenza n. 51334/16 del 1.12.2016, ha chiarito che se il datore di lavoro si appropria degli assegni familiare del lavoratore, può essere denunciato ai Carabinieri o alla Procura della Repubblica per reato di indebita percezione di erogazione a danno dello Stato.

Assegni familiari: il caso

Il caso riguarda un lavoratore a cui non gli venivano corrisposti gli assegni familiari in quanto il suo datore di lavoro se né era indebitamente appropriato.
In questo modo il datore di lavoro non percepiva materialmente i soldi, ma otteneva dall’Inps il conguaglio di tali somme con quelle che doveva versare.

Assegni familiari: la sentenza

La Cassazione ha esaminato già casi simili su cui si sono avute tre diverse interpretazione del reato. Ecco le tre versione di reato:

  • appropriazione indebita (Art. 646 codice penale);
  • reato di truffa (Art. 640 codice penale);
  • indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (Art. 316-ter codice penale).

La Corte di Cassazione ha ritenuto nel caso specifico di considerare il reato di indebita percezione di erogazione a danno dello Stato.