Ape Sociale è stata estesa anche per il 2022, così come la possibilità di andare in pensione con quota 41 per i lavoratori precoci. Le due misure restano temporanee, ma permangono sostanziali differenze.

Come noto, Ape Sociale è stata estesa ad altre 23 categoria di lavoratori usuranti ed è stata soppressa l’attesa di 3 mesi dal termine dell’esaurimento integrale dell’ammortizzatore sociale. Benefici che non sono stati però allargati ai lavoratori precoci.

Ape Sociale e Quota 41, due pesi e due misure

Tali modifiche tendono a creare due pesi e due misure poiché i requisiti sociali per accedere ad Ape Sociale e a quota 41 sono gli stessi.

I lavoratori precoci, a differenza di coloro che possono fruire di Ape Sociale, devono aver versato almeno 41 anni di contributi.

Per tutti, invece, è necessario far valere almeno uno stato precario o di disagio sociale e cioè:

  • trovarsi in stato di disoccupazione a seguito di perdita involontaria del posto di lavoro e risultare disoccupati da almeno tre mesi dall’evento:
  • assistere da almeno 6 mesi un parente di primo grado o il coniuge affetto da handicap grave;
  • avere capacità lavorativa ridotta accertata ai fini dell’invalidità civile pari o superiore al 74%;
  • svolgere attività lavorative usuranti da almeno 6 anni negli ultimi 7 prima della domanda di pensione;
  • essere lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.

Requisiti per lavoratori precoci

Va da sé che le due prestazioni, benché simili e rivolte agli stessi profili di tutela, risultano differenti. La legge di bilancio non ha esteso le stesse modifiche apportate per Ape Sociale anche ai lavoratori precoci. Così, ad esempio, Ape Sociale è esteso ai lavoratori a tempo determinato, ma analogo beneficio non è previsto per i precoci.

Anzi, la differenza risulta ampliata per effetto dell’inclusione di nuove categorie di lavoratori usuranti in Ape Sociale. In altre parole, i nuovi lavoratori beneficiari possono accedere ad Ape Sociale, ma non a Quota 41.

Nulla cambia, invece, per i requisiti dei lavoratori precoci per andare in pensione. Occorre aver lavorato almeno 12 mesi prima dei 19 anni di età (prima del 1996) e aver versato 41 anni di contribuzione durante la vita lavorativa.